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“Nelle ultime stagioni passate in McLaren Ayrton Senna era estremamente critico nei confronti dell’organizzazione. Non c’è niente di male in questo: una persona come lui, che sui biglietti di Natale scriveva ‘Driven to perfection’, si rifiutava di accettare che una squadra coi nostri mezzi in quel momento non potesse produrre una vettura con il livello di sofisticazione che gli altri team sicuramente avevano.
Solo su certe piste si poteva ancora fare la differenza, un posto come Montecarlo ad esempio dove, anche se inseguito dalla Williams di Mansell con le gomme fresche, il manico era sufficiente a tenerlo dietro per sei giri. Devo dire che di quel Gran Premio di Monaco del 1992 mi ricordo benissimo il fatto che era una decina di secondi dietro a Nigel quando l'inglese aveva avuto una foratura ed era rientrato a cambiare le gomme.
E Ayrton passò davanti al box, mi chiamò per radio e disse: ‘Sono primo, vero?’. Al che io gli domandai: ‘Come diavolo fai a saperlo?’ e lui mi rispose: ‘Ho guardato il muretto e avete tutti la testa girata verso il box della Williams: quindi suppongo che sia successo qualcosa… ‘.
Ecco, questo in sostanza é il riassunto dell’Ayrton Senna pilota di Formula Uno.” Giorgio Ascanelli