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Ce lo ricordiamo sempre per quella "maledetta" domenica: 1 maggio 1994, Imola, curva del Tamburello. Ore 14:17: in quel momento perde la vita Ayrton Senna, a bordo della Williams in cui aveva nascosto una bandiera austriaca per sventolarla, in caso di vittoria, in onore del povero Roland Ratzenberger scomparso il giorno prima.
Le testimonianze, come quella del nostro Paolo Ciccarone che al brasiliano ha dedicato una interessante retrospettiva in quattro puntate che potete leggere cliccando il box qui accanto, lo ricordano quel giorno come un pilota dal volto insolitamente triste, come se avvertisse veramente un sinistro presentimento.
Però ci sono state delle volte che Imola per Ayrton fu un posto felice: successe nel 1988, anno del primo mondiale vinto in Formula 1, con la partenza dalla pole e la vittoria "da bandiera a bandiera", 60 giri al comando davanti ad Alain Prost, attardato da una partenza non impeccabile.
Stesso ordine d'arrivo l'anno successivo, Gran Premio di San Marino 1989: vince Senna, seguito da Prost, beffato con un sorpasso alla Tosa che segnò l'inizio della rottura tra i due galli nel pollaio della vincente McLaren dell'epoca: la gara si decide alla ripartenza dopo il serio incidente dell'amico Gerhard Berger, che impatta fortissimo sulle barriere al Tamburello. Senna non rispetta il patto di "non belligeranza" stipulato col francese di non ostacolarsi alla Tosa in partenza. O meglio, lo interpreta a modo suo perché per lui quello non è più lo start. Dunque lo passa per aprirsi la strada veso la vittoria. Con Berger in ospedale e il compagno di squadra incavolato nero, quella a Imola del 1989 non fu esattamente la migliore delle domeniche per Ayrton nonostante la vittoria.
Andò molto meglio nel 1991: Prost, passato alla Ferrari da un anno, nel giro di formazione con la pista molto bagnata esce sull'erba, fa spegnere il motore e si deve ritirare. Senna parte dalla pole, ma in testa va per un po' Riccardo Patrese, che poi si ritirerà per problemi elettrici alla sua Williams lasciando a Senna il comando. La battaglia si fa durissima col compagno di squadra Berger che lo insegue sempre più da vicino, ma alla fine, nonostante sia più lento, la spunta il brasiliano che potrà brindare a champagne per il terzo Gran Premio consecutivo.