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C'era una volta...di solito le storie eroiche cominciano così e non si può negare che, negli anni 70, un pilota di F.1 lo vedevi impegnato una domenica al GP, una al mondiale prototipi e poi in F.2. Era un modo per dimostrare di essere il migliore, ma più che altro un modo per sfogare la propria passione stando dietro a un volante. Sul finire degli anni 70 la svolta. Basta F.1 o prototipi, troppo impegno, troppo rischio per i team che mettevano sotto contratto i piloti e poi, magari, in un incidente restavano fuori uso (o peggio come troppe volte accaduto). F.1 da un lato, prototipi dall'altro.
Fino al 2018 dove un cavaliere di altri tempi, pilota di altra stoffa, ha deciso di ripercorrere quello che una volta era la norma. Fernando Alonso si dividerà fra il mondiale F.1 e il WEC. Fra la sua McLaren e la Toyota, in un valzer senza precedenti negli ultimi 30 e passa anni. Un conto è fare una gara ogni tanto, magari vincendola come Hulkenberg, un altro affrontare tutto un campionato. E' una cosa saggia? Secondo Mark Webber no: "La 24 ore di Le Mans prevede un impegno di un certo tipo, devi concentrarti esclusivamente su questa gara, fare tutto un campionato insieme al mondiale F.1 no, troppo stress, rischi di perdere di vista il risultato finale. Credo che Fernando possa farlo ma da qualche parte perderà contatto o concentrazione".
I maligni dicono che visto come va la McLaren anche con i motori Renault cambierebbe poco, per cui meglio fare altro. Nel WEC i maligni contestano che per lui si è spostata una gara in calendario e che la Toyota è il vincitore annunciato. Dimenticano che se un pilota come Alonso decide un impegno simile, darà lustro a tutta la categoria, gente che seguiva a malapena la F.1 adesso sa che ci sono altre categorie. L'impatto di Alonso sulla popolarità in Europa della 500 Miglia di Indianapolis è stato notevole, saperlo al via a Daytona ha dato una scossa, vederlo magari vincitore a Le Mans o da altre parti, sarà una benedizione.
Un cavaliere di altri tempi, pilota di altra stoffa, ha deciso di ripercorrere quello che una volta era la norma. Fernando Alonso si dividerà fra il mondiale F.1 e il WEC. Fra la sua McLaren e la Toyota, in un valzer senza precedenti negli ultimi 30 e passa anni
Purtroppo il suo esempio sarà isolato, perché 21 GP in un anno sono tanti, abbinate alle gare del WEC vuol dire non avere una domenica libera, un attimo per se stessi. Affrontare problemi diversi, situazioni diverse, e tenere alta l'asticella delle prestazioni sarà davvero una impresa epica. Normale per i piloti anni 70, eccezionale per quelli attuali. Senza dimenticare che all'epoca il calendario gare andava dai 10 ai 14 GP al massimo, per cui, come diceva Jacky Ickx: "Fra una gara e l'altra si deve avere il tempo di parlare di qualcosa, creare interesse, fare in modo da tenere alta l'attenzione. Per questo sono contrario ad avere più di 12 gare nel mondiale F.1".
Era il 1972 e Jacky divideva la sua Ferrari 312 P con Clay Regazzoni e Mario Andretti, ma anche con Ronnie Peterson, rivali in F.1, compagni di squadra (vincenti) nei prototipi. Ecco, un clima del genere sarebbe bello da rivivere. Perché un Alonso ed Hamilton rivali in F.1 sulla stessa macchina nel mondiale prototipo sarebbe una coppia da sballo. O come Vettel e Raikkonen su una Alfa Romeo. Sogni, vero, ma intanto Alonso vivrà il suo e noi assisteremo a un'altra impresa dello spagnolo.