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Yas Marina - Qualcuno ci vede un caso, i sintomi di un divorzio o di una rottura imminente, in realtà nulla di tutto questo. Se Fernando Alonso dà l’impressione di avercela con la squadra, o con qualcuno al suo interno, è perché in questo momento stanno tutti spingendo nella stessa direzione e fanno da pungolo uno con l’altro.
Alonso: un caposaldo per la Ferrari
Tanto per sgombrare il campo da ogni dubbio, Alonso è un punto di riferimento per tutta la Ferrari e al momento uno non potrebbe stare senza l’altro. Primo, perché non ci sono squadre libere e competitive pronte ad accogliere lo spagnolo; secondo perché non ci sono piloti liberi che valgono Alonso. Quindi il matrimonio, secondo logica, resterà ben saldo.
Quello che invece potrebbe preoccupare è la tenuta psicologica del pilota. Perdere il mondiale nel 2010 all’ultima gara dopo che nel 2007 era accaduto lo stesso e ora, con la possibilità che accada ancora (anche se alla Ferrari hanno fiducia e si batteranno fino all’ultimo) il dubbio è che possa rompersi qualcosa nel delicato equilibrio di un pilota da combattimento.
Bushido
Negli ultimi anni Alonso ha abbracciato la filosofia giapponese dei samurai (se ne è fatto tatuare pure uno sulla schiena) e da questi trae la forza per non arrendersi mai. Dopo la Corea sul suo profilo twitter Alonso aveva scritto: «Non sono mai stato capace di vincere stando in testa dalla partenza al traguardo, ma ho imparato a non farmi mai lasciare indietro in ogni situazione. Se un samurai viene lasciato indietro è tagliato fuori. Se invece non viene lasciato indietro può essere sempre in grado di reagire.» Tattica che ha adottato puntualmente in India con quella gara così grintosa. E ora chiede alla Ferrari di non essere lasciato indietro (tecnicamente) dalla Red Bull.
Alla vigilia del GP di Abu Dhabi Alonso ha rincarato la dose: «Se la spada si rompe, combatti con le mani. Se ti tagliano le mani, contrasta il nemico con le spalle e se necessario pure con i denti.» Insomma, i propositi di non mollare ci sono e la dimostrazione in pista pure: «Non ho bisogno di vincere un titolo io o la Ferrari. Lo abbiamo già fatto in passato. Anzi, nelle ultime due stagioni ho raccolto tanti attestati di stima, mettendo d’accordo rivali e tecnici, come mai in precedenza, eppure non ho vinto nulla.»
“Non ho bisogno di vincere un titolo io o la Ferrari. Lo abbiamo già fatto in passato - dichiara Alonso - anzi, nelle ultime due stagioni ho raccolto tanti attestati di stima”
Concentrati sull'obiettivo
Insomma, tutti d’accordo sul valore del pilota, ma Nando non ride più come prima, è scuro in volto, è concentrato e dedicato al 120 per 100, ma se dovesse andar male quest’anno, quanto è forte la tempra del pilota per continuare a lottare anche in futuro? E’ questo il dubbio e il problema.
Se si rompe l’equilibrio interno, si rompe tutto il meccanismo che ruota attorno a lui, la Ferrari verrebbe privata del suo punto di riferimento e del suo trascinatore. E’ un rischio enorme e piuttosto che pensare a un Alonso vincente, che farebbe felici tantissimi in Italia e nel mondo, è la paura che l’ennesima sconfitta, a dispetto del gran valore mostrato, possa rompere quel delicato meccanismo da corsa che si chiama Fernando Alonso. Con conseguenze impensabili e imprevedibili. Ma la Ferrari, o parte di essa, è tranquilla: il samurai non molla mai, specie nella sconfitta.