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Se Sergio Marchionne voleva i titoli sui giornali, ci è riuscito. Suo malgrado magari, ma ormai la comunicazione è partita e tanto vale godersela. Poi a dire che sono i giornalisti che hanno frainteso ci vuole un attimo, che la colpa è sempre altrui meno ancora. Fatto sta che dopo aver parlato per un’ora e mezza nella conferenza di fine anno a Maranello, durante l’aperitivo, con un prosecco in mano e un pezzo di grana padano nell’altra, al collega dell’ANSA che chiedeva lumi sul rilancio sportivo di Alfa Romeo il numero 1 di Ferrari rispondeva che «la priorità ora è la Giulia, il resto ci stiamo pensando, non escludiamo nulla, anche di averla come competitore in F.1».
Boom, la botta è stata sentita solo dal paio di persone che erano là vicino, e l’ufficio stampa Ferrari si è guardato bene dal dirlo agli altri, col risultato che appena l’agenzia ha fatto il lancio, dalle direzione sono piovute telefonate agli inviati chiedendo come mai, con una notizia del genere, tutti stavano dormendo allegramente. E pensare che i professionisti della comunicazione avevano studiato tutto alla perfezione, telecamere per registrare l’evento, domande con microfono in pubblico per evitare domande dirette e quindi notizie date a uno sì e a uno no. Niente da fare. La cosa circola, intriga e appassiona e il gioco è fatto.
E allora, visto che le buone intenzioni ci sono, sarebbe da capire perché i programmi sportivi di Maserati sono stati praticamente azzerati, salvo il GT4 frutto dell’intelligenza e dimestichezza del responsabile del programma che ha saputo riciclare 26 macchine ricambi compresi (da fargli un monumento). Senza dimenticare il programma Ferrari 488 GT, una vettura che (bellissima) costa un botto in più della 458 Italia e per farla correre si deve flangiarla, limitarla e farla andare più piano della vecchietta 458 per cui uno si domanda cosa comprare a fare la 488 spendendo di più se poi le regole la fanno andare come la vecchia che costa meno. Insomma, si parla di F.1 come ipotesi, ma quanto è reale la cosa? Avere un motore Alfa Romeo in F.1 che in pratica è un Ferrari turbo sarebbe possibile, ma la FIA impone l’obbligo di paternità, quindi non puoi omologare un motore Ferrari e spacciarlo per Alfa Romeo. A meno che non si tratti di una sponsorizzazione, come avviene con Tag Heuer che paga lo sviluppo e noleggio dei Renault per la Red Bull.
Coi costi attuali e la situazione attuale, il ritorno dell’Alfa Romeo appare più una mossa per far parlare del Biscione, dimenticandosi i ritardi della Giulia, e far sognare i tifosi, fra un prosecco e un pezzo di grana…
E quindi, se Alfa deve sponsorizzare i motori Ferrari a chi li daranno? Alla Toro Rosso? Nel 2016 avranno il vecchio V6 Ferrari, che è inferiore al nuovo (si spera). Al team Haas? Ma gli americani hanno impostato tutto grazie al nome Ferrari e passeranno ad Alfa Romeo come se nulla fosse? Visto anche che negli USA di Alfa non se ne vedono tante? Allora la Sauber? Difficile e quindi si deve trovare una nuova soluzione. Perché se Marchionne vuole che Alfa Romeo combatta contro Ferrari deve essere con una squadra competitiva, altrimenti Ferrari davanti e Alfa Romeo dietro. Facendo la figura dei perdenti. Ne vale la pena? Boh. Ma chi potrebbe spendere 300-400 milioni di euro per un team competitivo visto che la stessa Ferrari fatica a farlo? Red Bull magari, ma gli hanno chiuso la porta in faccia perché avevano paura che andasse più forte la squadra clienti rispetto alla Ferrari, un po’ come ammettere che loro son bravi a fare i telai e noi no, bella figura sinceramente… Ammettere di non saper fare la stessa macchina a parità di motore sembra quasi un autogol.
E qui torna in mente l’operazione Maserati di 20 anni fa. Quando il tridente entrò nell’orbita Ferrari all’epoca si ipotizzò una Ferrari a tre punte: c’era lo staff tecnico (Ascanelli in testa e Claudio Berro come DS) ma non se ne fece nulla perché una, la Ferrari, davanti e la Maserati dietro, avrebbe ucciso il rilancio del marchio. E ora si riparla di Alfa Romeo? Bella ipotesi, un bel sogno e sarebbe stupendo se ci fossero due staff in grado di lottare ad armi pari, a meno che la Ferrari non schieri 4 macchine, due chiamate Alfa Romeo, allora la cosa sarebbe anche divertente, ma coi costi attuali e la situazione attuale, il ritorno dell’Alfa Romeo appare più una mossa per far parlare del Biscione, dimenticandosi i ritardi della Giulia, e far sognare i tifosi, fra un prosecco e un pezzo di grana…