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Alejandro Agag, il fondatore della Formula E, non ha dubbi. Il futuro della Formula 1 passerà necessariamente dalla fusione con la sua categoria. Secondo quanto dichiarato dal manager spagnolo a Car Advice, la F1 dovrà passare all’elettrico per sopravvivere prima del termine della licenza della FE, che scadrà tra 19 anni. E, in questa ottica temporale, sarebbe imprescindibile l’accordo con la categoria 100% elettrica. «L'era dei motori a combustione - spiega Agag - sta ormai volgendo al termine. Credo che la F1 abbia la necessità di diventare elettrica. Se non trovassero un accordo con la Formula E, potrà succedere solo tra 19 anni, quando scadrà la nostra licenza. E ormai sarebbe troppo tardi».
Se da un lato può essere uno scenario plausibile – la F1, in quanto punta di diamante del motorsport, non può prescindere dall’evoluzione tecnologica, e per ora, la direzione futura è quella dell’elettrico – dall’altro pare un tentativo di pararsi le spalle da parte della FE. Una categoria che ha attratto molti costruttori negli ultimi anni, per via dei costi di accesso contenuti, ma ha due falle importanti. La prima è che, almeno oggi, non riesce a catturare l’attenzione di un pubblico generalista. La seconda è che le vetture in pista non hanno la minima somiglianza con le auto di produzione di serie delle case.
E se questo non costituisce un problema in F1, visto l’eco mediatico che il Circus suscita ancora oggi, lo diventa in FE. Per questo motivo, molte case stanno guardando con interesse al WEC e alle sue nuove classi, LMH e in futuro LMDh, che consentono ai costruttori di conferire ai prototipi dei tocchi stilistici che rientrano nel proprio family feeling. E, di conseguenza, di proporre in gamma auto sportive che possano evocare l’esperienza a Le Mans, che rimane suggestiva. Molto di più dei circuiti cittadini della Formula E. In questo contesto, è inevitabile cercare appigli. Anche con quella F1 di cui la FE si proponeva come fiera alternativa.