70 anni di Formula 1: i risultati del nostro sondaggio

70 anni di Formula 1: i risultati del nostro sondaggio
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I nostri lettori hanno deciso: ecco i risultati del sondaggio sui primi 70 anni della Formula 1
14 maggio 2020

La Formula 1 compie 70 anni, e, per festeggiare la ricorrenza, abbiamo chiesto su Instagram ai nostri lettori di ripercorrerne con noi la storia, tra trionfi e tragedie, esprimendo la loro preferenza in alcune categorie. Quanto al pilota del cuore, a prevalere sono due nomi: Ayrton Senna e Michael Schumacher. Due alfieri che in modo diverso sono certamente entrati nella leggenda. Senna, scomparso tragicamente in quel weekend nero di Imola nel 1994, ha lasciato un'impronta indelebile di sé sia per le straordinarie abilità di guida che per il suo temperamento ombroso, riflessivo, di chi sente il bisogno di avere un fine ultimo più profondo dell'essere un fuoriclasse delle corse.

Schumacher, dal canto suo, è ad oggi ancora il pilota statisticamente più vincente della storia della F1, protagonista di un'epopea con la Ferrari che i tifosi della Rossa ancora portano nel cuore ancora dopo vent'anni. I tifosi più agé ricordano con nostalgia anche il genio e la sregolatezza di Gilles Villeneuve, scomparso prima di potersi imporre in un mondiale; i più giovani, invece, fanno i nomi di Fernando Alonso e di Charles Leclerc, il quale, nonostante le sole due stagioni in F1, è già entrato nel cuore di molti appassionati. Ma ci sono anche l'inquieto Max Verstappen; il taciturno, ma irresistibile Kimi Raikkonen; Sebastian Vettel, dominatore assoluto dei primi anni Dieci; l'indimenticabile Niki Lauda, che visse una seconda giovinezza nella dirigenza della Mercedes; e Lewis Hamilton, il più prolifico della sua generazione. 

Tra le piste preferite dei nostri utenti non poteva non esserci anche Monza, il tempio della velocità brianzolo che da sempre chiama a raccolta i tifosi italiani per il GP più atteso dell'anno. Fa colpo però anche il glamour senza tempo di Montecarlo, il cui fascino sembra non tramontare mai: le gare non saranno sempre entusiasmanti, ma vedere le monoposto baciare i muretti è comunque una grande emozione. Sul podio sale anche Spa, l'università della F1, con l'iconica sequenza Eau Rouge-Raidillon. Circuiti classici, insomma, come anche quasi tutti gli altri menzionati, da Interlagos a Montréal, passando per Suzuka. Tra le piste che i nostri lettori vorrebbero rivedere in calendario c'è Imola, assente dal lontano 2006. Un desiderio che forse potrebbe avverarsi prima del previsto, dato che i vertici dell'autodromo hanno lanciato la candidatura in extremis per il nuovo calendario 2020. 

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Passando alla stagione preferita, i nostri lettori provano una forte nostalgia degli anni 2000. In molti citano il campionato 2004, l'ultimo dell'epoca d'oro di Michael Schumacher e della Ferrari, con il quinto mondiale piloti e il sesto costruttori consecutivi. Epopea chiusa nel modo migliore, con il record per il Kaiser di gare vinte in una stagione, 13, due in più rispetto al primato messo a segno dallo stesso Schumacher due anni prima. E la voglia di vedere di nuovo una Ferrari vincente si vede anche dalla predilezione per la stagione 2007, quella dell'ultima iride piloti della Rossa.

E che campionato: Kimi Raikkonen si impose a sorpresa ad Interlagos sui fratelli coltelli di casa McLaren, il due volte campione del mondo Fernando Alonso e il rookie tritacarne Lewis Hamilton. Tredici anni dopo, si attende ancora il successore del finlandese nell'albo d'oro della Rossa. Menzioni d'onore anche per il 2008, con il primo titolo di Hamilton; 2010, con quattro piloti in lizza per l'iride all'ultima gara, tra cui Alonso, e la vittoria di Vettel, il più giovane campione del mondo di sempre; 1992, con il titolo mondiale di Nigel Mansell, e 1984, con il terzo mondiale vinto da Niki Lauda, questa volta con la McLaren. 

Per risalire all'evento più tragico della storia della F1 bisogna tornare alla pagina buissima del weekend di gara di Imola del 1994, con le prime avvisaglie date il venerdì dall'incidente di Rubens Barrichello e con le tragiche scomparse di Roland Ratzenberger e Ayrton Senna. Un pilota poco conosciuto e la stella più fulgida della F1 dell'epoca accumunate da un terribile destino. Un fine settimana, quello di Imola, che sconvolse e cambiò fortemente la F1, con una rivoluzione copernicana che portò ad un aumento della sicurezza in pista e all'azzeramento degli incidenti mortali per più di vent'anni.

I più giovani non hanno vissuto la tragedia di Imola, ma si ricordano bene un'altra pagina buia, lo schianto terribile di Jules Bianchi sotto la pioggia battente nel 2014 a Suzuka che, nove mesi più tardi, gli costò la vita. C'è chi cita la scomparsa di Gilles Villeneuve a Zolder nel 1982, e chi, invece, ricorda Anthoine Hubert, morto a Spa lo scorso anno. Tra gli eventi tragici, qualcuno ricorda scherzosamente Interlagos 2008, con la partecipazione straordinaria ma involontaria di Timo Glock alla disfatta mondiale di Felipe Massa, campione del mondo per pochi secondi prima che Hamilton lo beffasse passando Glock, in ambasce con le slick sotto la pioggia battente.

Elemento fondamentale per la F1 sono le grandi rivalità: nella top three dei nostri lettori c'è la lotta senza esclusione di colpi tra Ayrton Senna e Alain Prost, acerrimi nemici dai tempi in cui erano compagni di squadra in McLaren. Una rivalità, questa, che raggiunse il culmine a Suzuka nel 1989, con il bis sempre in Giappone l'anno successivo, che vide la rivincita di Senna. Senna e Prost, due piloti così diversi tra loro che si erano avvicinati molto dopo il ritiro del francese a fine 1993; un'amicizia interrotta anzitempo dalla morte del brasiliano. Gettonatissima è anche la rivalità tra Niki Lauda e James Hunt, una storia talmente affascinante da indurre Hollywood a renderla il soggetto di un film bellissimo, Rush.

Il 1976 fu l'annus horribilis di Lauda, con il tremendo incidente al Nürburgring e il repentino e coraggiosissimo ritorno in pista, fermato solo dalla pioggia battente al Fuji. Tornando a tempi più recenti, i nostri utenti citano anche Michael Schumacher e Mika Hakkinen, mattatori delle stagioni di fine anni Novanta: nel 1998 e nel 1999, il finlandese, l'unico rivale veramente stimato e rispettato dal Kaiser, vinse due mondiali di fila, prima del dominio della Rossa nei primi anni Duemila. Tra le rivalità citate c'è anche quella nascente tra Max Verstappen e Charles Leclerc: per ora solo abbozzata, la lotta tra l'olandese e il monegasco potrebbe essere la prima rivalità dei secondi 70 anni della F1. Ma questa è una storia ancora da scrivere. 

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