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Con il grip maggiore rispetto alle aspettative garantito dal nuovo asfalto della pista di Shanghai, i piloti nelle qualifiche per la Sprint del Gran Premio di Cina 2025 di Formula 1 hanno trovato molto rapidamente il limite. Lewis Hamilton ha danzato sul filo, dimostrando un grande feeling con la sua SF-25. Ha toccato le corde giuste, lasciandosi trasportare dal ritmo nelle curve lente e aggredendo le frenate come faceva un tempo. Il sette volte campione del mondo non avrebbe potuto fare di meglio per lasciarsi alle spalle il weekend no in Australia.
Finalmente libero dalle catene del processo di acclimatamento al suo nuovo team, Hamilton non ha commesso nemmeno un passo falso. La pulizia della sua guida in pista per domare una monoposto vivace, ma molto veloce, ha fatto la differenza. La McLaren aveva il potenziale per imporsi sulla concorrenza, grazie allo slancio poderoso nel primo settore, con un grip incredibile sin da curva 1 offerto da una MCL39 aerodinamicamente efficacissima. Ma Lando Norris, il mattatore del GP d’Australia, ha commesso un passo falso molto costoso nel suo ultimo giro lanciato nella SQ3.
Il fatto che la McLaren si sia rivelata tagliente nel primo settore dimostra la versatilità della MCL39 nella gestione delle gomme. Solitamente le vetture molto gentili con le coperture faticano a mandarle subito in temperatura nella lotta sul giro secco. Così non è per la McLaren, capace di estrarre il massimo dalle gomme senza strapazzarle, su un tracciato che, peraltro, mette a dura prova l’anteriore sinistra. Ma che nelle condizioni che abbiamo visto in Cina, con quel grip extra a stuzzicare il coraggio dei piloti, il piede faccia la differenza lo dimostra anche il secondo posto di Max Verstappen, inseritosi a sandwich tra Hamilton e Oscar Piastri.
Che ci sia moltissimo di Verstappen in quanto stiamo vedendo in questo inizio di stagione 2025 lo dimostra il divario abissale tra l’olandese e il compagno di squadra, Liam Lawson, oggi ventesimo. Alcuni di fronte a certi risultati evocano il classico spettro della seconda macchina diversa dalla prima. Ma la verità è che Lawson sta prima di tutto facendo da cavia per gli esperimenti di una Red Bull che, complice la sua galleria del vento obsoleta, continua ad accusare problemi di correlazione.
La RB21, poi, è una vettura capricciosa, che Verstappen riesce a prendere per il verso giusto grazie al suo stile di guida peculiare. Risulta sempre più chiaro, comunque, che Verstappen è allo stesso tempo croce e delizia di un team che inseguendo prestazioni sempre più audaci con la sua punta di diamante ha perso la giusta via, trascinando il secondo pilota - chiunque egli sia - in un incubo.
La Mercedes W16 di George Russell e Andrea Kimi Antonelli, dal canto suo, si conferma una vettura pulita in pista. Ma mai come nell’era di questo regolamento tecnico, le monoposto veramente competitive diventano bizzose se portate al limite. È vero per la Ferrari, ma anche per una McLaren che, stando ai piloti papaya, è difficile da controllare, con quel posteriore instabile di cui si lamentano sin dai test in Bahrain. Sta tutto nella sensibilità e nello stile di guida dei piloti. E oggi Lewis Hamilton si gode anche la soddisfazione di essersi messo alle spalle il suo compagno di squadra, Charles Leclerc, grande specialista del giro secco.
Il resto è un’incognita. Il weekend della Sprint, con soli 60 minuti di tempo a disposizione per I team per preparare il resto del fine settimana, rende veramente difficile comprendere appieno quali possano essere i valori in campo. Lo è ancora di più se si pensa alla sensibilità delle monoposto dell’era dell’effetto suolo anche al minimo cambiamento di condizioni, dal vento all’asfalto, passando per l’aria sporca in gara. Domani la Sprint – di fatto equiparabile a uno stint nella corsa – svelerà le carte dei top team. E davanti a tutti scatterà Lewis Hamilton, pronto a una nuova danza con la sua SF-25.