F1. Il team radio che dimostra che per Leclerc l’appetito vien mangiando

 F1. Il team radio che dimostra che per Leclerc l’appetito vien mangiando
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Il team radio di Charles Leclerc alla fine di un Gran Premio d'Australia 2022 di Formula 1 dominato dimostra la fame di successo del monegasco. E ora si può sognare
10 aprile 2022

“Possiamo provare a cogliere il giro più veloce prima del traffico, per favore?”. In questa domanda, posta via radio da Charles Leclerc al suo ingegnere di pista sul finire di un Gran Premio d’Australia dominato da parte sua - e con il miglior crono in gara già in saccoccia - c’è tutta la fame di un pilota rimasto troppo tempo a digiuno di vittorie. Leclerc vuole fagocitarsi la concorrenza, senza lasciare nemmeno le briciole ai suoi rivali. 

Il suo avversario fin dai tempi dei kart, Max Verstappen, ha incassato il secondo ritiro su tre gare, proseguendo una tendenza decisamente preoccupante per la difesa del titolo mondiale. Ma anche se una coltre di fumo non avesse avvolto la RB18 dell’olandese, Verstappen avrebbe avuto ben poche chance di vincere. 

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Gestione impeccabile delle gomme, ottima trazione e un motore che non ha nulla da invidiare alla power unit Honda: la F1-75 è una monoposto degna del talento di Charles. Insieme, costituiscono una coppia formidabile. Capace di stritolare la concorrenza. Leclerc ha sognato per anni una vettura così, e si è fatto trovare pronto per obiettivi ambiziosi. A Imola Charles arriverà con 71 punti in classifica, la Ferrari con 104, nonostante il ritiro di Sainz. Ecco perché Binotto non voleva firmare per il secondo posto in Bahrain. Sapeva già ciò che oggi è chiaro a tutti: la Rossa è da mondiale. 

Alla fine, Leclerc il suo giro più veloce l’ha battuto, nonostante il suo ingegnere di pista lo avesse pregato di non provarci nemmeno. Ed è arrivato il primo Grand Chelem della sua carriera. Pole, miglior crono in gara, e gara dominata dall’inizio alla fine. Alla Ferrari non succedeva dal GP di Singapore 2010, con Fernando Alonso. Quell’anno il mondiale sarebbe sfumato all’ultimo. 12 anni dopo, i tempi sembrano più che maturi per rifarsi delle sconfitte. E sognare, ora, diventa più che lecito. 

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