Toscana: l'Arpat vuole o no le auto elettriche?

Toscana: l'Arpat vuole o no le auto elettriche?
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Curioso dietro-front dell'agenzia toscana: prima boccia la mobilità elettrica, poi la riabilita
2 settembre 2022

Potremmo pure definirla una bischerata, e chiuderla qui, se non fosse che riguardando un importante organo pubblico la vicenda ha presto fatto il giro, diventando di dominio pubblico.

L’Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, ha pubblicato sul proprio sito lo scorso agosto un commento per nulla tenero nei confronti del limite del 2035 per la vendita delle auto con motore termico voluto dall’Europa, rilevando come "nelle fasi produttive dei veicoli elettrici l’energia necessaria proviene ancora per la maggiore da fonti non rinnovabili, mantenendo ancora alte le emissioni di anidride carbonica" e come la norma prevista da Bruxelles “avrà enormi conseguenze sugli assetti sociali ed occupazionali dei distretti produttivi, con conseguenze sia sulle scelte energetiche dei Paesi che sugli assetti geopolitici e strategici per accaparrarsi il controllo delle aree geografiche da cui provengono le materie prime necessarie".

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Inoltre, per l’Arpat toscana "il passaggio all’elettrico non implicherà sostanziali miglioramenti ambientali", e nel calcolo delle emissioni occorre tener conto dell'intero ciclo di vita del veicolo e non solo di quelle allo scarico, comprendendo quindi l’energia necessaria alla sua produzione e al riciclo delle batterie.

In definitiva, scrive l'Arpat, "si scopre che le auto a corrente non sono poi così pulite come si potrebbe pensare: è infatti noto che più le batterie che le alimentano sono grandi, più elevata è la loro impronta carbonica".

Poi l'affondo finale: “Il prezzo della decisione di Bruxelles rimarrà tutto sulle spalle dei consumatori: l’automobile tornerà ad essere un privilegio, spingendo ai margini del mercato le fasce più deboli. Considerati i rilevanti aumenti registrati dalle materie prime nel corso degli ultimi due anni, resta difficile pensare che nel breve periodo i costi di produzione delle EV possano diminuire…“.

Dichiarazioni che hanno avuto l'effetto di una bomba, e che senz'altro hanno prodotto reazioni ad alto livello se è vero che la stessa Arpat, con una rapidità sospetta, ha diffuso una newsletter nella quale si riporta che “i motori elettrici aiutano a cambiare prospettiva: hanno efficienza energetica elevata, riducono i costi e abbattono le emissioni di CO e che la sfida, climatica richiede di superare il motore a scoppio in favore della tecnologia più efficiente e pulita disponibile: il motore elettrico». 

Come a dire, insomma, che ci siamo sbagliati; e per confermare la visione “filo-elettrica“ dell'Agenzia, la stessa Arpat ricorda come “Grazie all’adesione alla Convezione della centrale acquisti Consip, questa Arpat si è dotata di undici auto elettriche, destinate alle sedi provinciali, che potranno essere ricaricate grazie alla recente installazione di colonnine/wall-box per la ricarica delle medesime presso i Dipartimenti provinciali“.
 

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