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Qual è la Casa automobilistica che vale di più al mondo? Se si osservano volumi, fatturato ed utili delle varie aziende, sono senza ombra di dubbio i gruppi Toyota e Volkswagen, nell’ordine.
Il costruttore giapponese e quello tedesco possono vantare quasi 11 milioni di auto vendute nel mondo nel 2019, mentre il brand di Elon Musk appena 370.000. Anche i ricavi sono enormemente superiori: circa 280 miliardi di dollari USA Toyota e 250 Volkswagen, contro gli appena 25 miliardi scarsi di Tesla.
Eppure per il mercato azionario il valore di Tesla è stato in queste ultime settimane pari o addirittura superiore a quello delle due “big” giapponese e tedesca che da anni si sorpassano e risorpassano a vicenda per la prima piazza di costruttore più forte del mondo.
Considerando infatti il “market cap”, cioè il valore del totale delle azioni circolanti sui mercati finanziari, Tesla attualmente ha una capitalizzazione di 185 miliardi di dollari, contro i 187 di Volkswagen e quasi altrettanto di Toyota.
Qualcosa di simile sta succedendo anche con un’altra Casa che ha deciso di puntare esclusivamente su veicoli elettrici: si chiama Nikola, cioè il nome di battesimo di Nikola Tesla, lo scienziato tanto geniale quanto misterioso che ha ispirato Musk. La Nikola Motor Company ha deciso di puntare soprattutto sui camion elettrici, a batterie ed a idrogeno, un settore a cui guardano con interesse molti costruttori e naturalmente anche Tesla.
Quotata al Nasdaq il 4 giugno a 10$ per azione, Nikola in meno di due settimane ha sfiorato i 100$, per una capitalizzazione, cioè il valore che le attribuiscono i mercati, addirittura pari a quella di Ford: 26 miliardi per la Casa dell’Ovale Blu fondata nel 1903 che ha “inventato” con la Ford T l’automobile di massa e dalla sua fondazione ha venduto svariate centinaia di milioni di auto di quasi 170 modelli, 25 miliardi per la Nikola che di veicoli sinora non ne ha prodotto nemmeno uno.
Questo perché il mercato, cioè chi investe, siano essi privati o istituzioni, pare abbia una fiducia smisurata principalmente sull’affermazione dei veicoli elettrici dei nuovi arrivati più che su quelli dei costruttori tradizionali con alle spalle una storia centenaria. In ossequio al sentire comune secondo il quale la Borsa è una scommessa sul futuro.
Una fiducia che per molti è sopravvalutazione, forse anche una “bolla”, visto che il prezzo per azione delle due Case americane “electric only” è enormemente superiore agli utili registrati (almeno sinora).
Eppure, nonostante le fredde cifre dei bilanci dicano esattamente il contrario, sono in tantissimi a credere in Tesla e soprattutto in Elon Musk, uno che del resto con l’avventura SpaceX ha dimostrato che anche un giovane imprenditore con tanta ambizione e i soldi in tasca può raggiungere le stelle e mettersi a discutere allo stesso tavolo nientemeno che con i vertici della Nasa, figuriamoci mettersi a fare auto, venderle in tutto il mondo e ricavarci denaro sonante.
Musk ha ora un antagonista in Trevor Milton, patron di Nikola, che pian piano si sta ritagliando anch’esso il suo ruolo di “guru” dei veicoli elettrici. Twitta tanto, annuncia tanto, ed intanto stringe alleanze: quella più importante con Iveco, che da poco è entrata nel capitale della sua azienda: la Casa italiana fornirà i telai del primo modello, il Nikola 3 (versione elettrica dell’Iveco S-Way), e lo costruirà nella fabbrica tedesca di Ulm, in Germania, da dove raggiungerà in tutto il mondo. Con Anheuser-Busch, colosso delle bevande, ha invece firmato un accordo per realizzare una flotta di ben 800 truck a idrogeno che promettono di abbattere i costi della sua enorme macchina logistica.
Musk e Milton si sono già scontrati: il numero uno di Nikola ha poco tempo fa accusato il pari grado di Tesla di aver copiato i brevetti del Nikola 1, un camion a idrogeno da 1.000 CV che l'azienda punta a lanciare sul mercato nel 2023. L’accusa è quella di aver impiegato le sue idee per la realizzazione del Tesla Semi. Una rivalità che promette scintille quella tra i due costruttori che, è il caso di dirlo, hanno elettrizzato la Borsa.