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La casa automobilistica accusa il potente sindacato tedesco di aver orchestrato un “colpo di stato” contro Michaela Schmitz, leader del consiglio dei lavoratori favorevole alla gestione aziendale.
In Germania, gli stabilimenti industriali hanno consigli dei lavoratori che possono essere controllati da un sindacato, ma non è il caso di Tesla. All’inizio dell’anno, la maggioranza dei lavoratori di Tesla Gigafactory Berlin ha votato contro i rappresentanti di IG Metall nel loro nuovo consiglio dei lavoratori. Tuttavia, IG Metall ha ottenuto 16 seggi nel consiglio, più di qualsiasi altro gruppo, consolidando la sua influenza.
IG Metall accusa Tesla di utilizzare tattiche anti-sindacali e solleva preoccupazioni su sicurezza, retribuzione e bilanciamento tra vita privata e lavoro per giustificare l’esigenza di sindacalizzare lo stabilimento. Tesla respinge le accuse, sostenendo che i suoi dipendenti sono soddisfatti senza l’intervento del sindacato.
La scorsa estate, Tesla ha organizzato una riunione aziendale per discutere il tema del sindacato, ma l’incontro ha preso una piega bizzarra quando il direttore dello stabilimento, Andre Thierig, ha minacciato di togliere le posate ai dipendenti, lamentandosi della scomparsa di 65.000 tazze da caffè.
In seguito, Jannes Bojert, segretario del sindacato IG Metall, ha minacciato di ricorrere a uno sciopero per forzare Tesla a negoziare un contratto collettivo. IG Metall ha inoltre presentato un ricorso legale per rimuovere Michaela Schmitz dal suo ruolo, accusandola di violare le leggi tedesche sul lavoro che proteggono il diritto alla sindacalizzazione.
Tesla ha definito l’azione legale un tentativo “disperato” di prendere il controllo del consiglio dei lavoratori, sostenendo che la loro indipendenza e le buone condizioni di lavoro siano una “costante fonte di fastidio” per il sindacato.
Negli ultimi anni, l’azienda ha ridotto significativamente le stock options per i dipendenti, uno degli argomenti principali di Elon Musk contro i sindacati. Con il calo delle vendite in Europa nel 2024, la Gigafactory di Berlino potrebbe rischiare tagli al personale, seguendo quanto già avvenuto negli Stati Uniti, dove Tesla ha effettuato licenziamenti significativi.