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Di recente l’Agenzia Energetica Internazionale di Parigi ha emesso dati e report, in tema di sostenibilità, evidenziando il ruolo di alcuni minerali. Sono quelle “terre rare” spesso citate anche nel mondo auto, di cui hanno bisogno certe reti e tecnologie, ma soprattutto la mobilità elettrica. Un rischio di aumento prezzi che tocchi il fronte è più che evidente, contando il raddoppio di necessità di queste materie entro il 2040 già stimato secondo i trend in corso. Se poi si sposano realmente i target più rigidi per le emissioni, ovvero quel celebre valore zero nel 2050, la stima arriva sei volte tanto i livelli attuali nei prossimi venti anni.
Alla base della considerazione per la mobilità, il fatto che un’auto elettrica richiede sei volte la quantità di minerali di una pura termica (differenza di 170 Kg in più a vettura). Si parla non solo di litio ma anche di rame, necessario per l’espansione spinta anche politicamente delle reti elettriche di nazioni asiatiche, americane ed europee.
Molti analisti, seguendo i colli di bottiglia nella filiera, con pochi Paesi alla fonte e depositi limitati di fronte alla crescente domanda, lo vedono pronto a toccare prezzi mai visti in pochi anni (tetto dei 20mila dollari). Il vortice dei prezzi in salita e offerta non sufficiente a soddisfare la domanda globale, potrebbe rendere quella identificata come semplice transizione verso l’elettrico un processo meno rapido e indolore, economicamente, di quanto pre-annunciato.
Per far fronte alle speculazioni, alcuni governi potranno obbligare al riciclo oltre che alla trasparenza e l’innovazione, con fonti diversificate.