Stellantis e il ‘piano Italia’: John Elkann sarà in Parlamento per fare chiarezza

Stellantis e il ‘piano Italia’: John Elkann sarà in Parlamento per fare chiarezza
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Il presidente di Stellantis, John Elkann, si presenterà alla Camera il 19 marzo per illustrare il piano industriale e le prospettive occupazionali del gruppo in Italia
28 gennaio 2025

Questa audizione, attesa da tempo, arriva in risposta alle richieste bipartisan di maggiore chiarezza sul futuro del settore automotive nazionale. L’annuncio è stato dato dal presidente della commissione Attività produttive della Camera, Alberto Luigi Gusmeroli, che ha spiegato come la data sia stata fissata dopo settimane di interlocuzioni.

L’incontro segue il tavolo tenutosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy lo scorso 17 dicembre, focalizzato sul "Piano Italia". L’obiettivo è affrontare le sfide che il settore sta vivendo, tra crisi industriali, costi della transizione energetica e la cosiddetta "guerra dei dazi".

Nel frattempo, il panorama europeo è scosso dalla decisione di Tesla, BMW e tre gruppi cinesi — Saic, Geely e Byd — di ricorrere alla Corte di Giustizia europea contro i dazi sulle importazioni di auto elettriche prodotte in Cina. L’ultima a unirsi al contenzioso è stata Tesla, tramite la sua unità di Shanghai. Le aziende contestano le tariffe aggiuntive fino al 35%, imposte dall’Unione Europea a partire dallo scorso ottobre, rispetto al 10% già in vigore.

La Cina aveva già presentato un ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio, accusando l’UE di protezionismo. In risposta, Pechino ha avviato un’indagine antidumping su prodotti europei come carni di maiale, latticini e liquori, incluso il cognac. Il portavoce dell’esecutivo comunitario, Olaf Gill, ha confermato che i ricorsi sono effettivamente legati ai dazi sui veicoli elettrici cinesi, ma ha ribadito la disponibilità dell’UE a difendere la sua posizione in tribunale.

Durante la fase transitoria, Tesla era riuscita a negoziare una riduzione dei dazi al 7,8%, evidenziando il minor livello di sussidi pubblici ricevuti nella Gigafactory di Shanghai rispetto ad altri produttori cinesi. Tuttavia, i dazi per altri marchi come BYD (17%), Geely (18,8%) e Saic (35,3%) rimangono significativamente elevati.

Infine, secondo l’UE, i gruppi che hanno collaborato all’indagine hanno ricevuto tariffe aggiuntive ridotte al 20,7%. La quota massima del 35,3% si applica invece ai produttori che non hanno fornito piena collaborazione. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno adottato una linea più dura, quadruplicando i dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi, portandoli al 100%.

 

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