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Le batterie a stato solido sono in arrivo: questa tecnologia, che promette di risolvere i due problemi principali delle auto elettriche, ovvero l’autonomia e la velocità di ricarica, faranno parte del patrimonio di Stellantis dal 2026, ora che l'azienda ha completato l’investimento su Factorial Energy. La Casa lancerà 8 nuovi modelli elettrici o parzialmente elettrificati nei prossimi 18 mesi e con questa operazione vuole assicurarsi di avere accumulatori di nuova generazione in quantità, quando queste batterie saranno pronte per essere messe in produzione su larga scala.
La batteria di Factorial, che aprirà uno stabilimento apposito nel New England, vicino a Boston, ha una capacità dal 20 al 50% superiore in termini di densità energetica rispetto alle attuali batterie con elettrolita in gel, e ha già raggiunto una capacità di 40 Ah per singola cella a temperatura ambiente, e potrebbe far salire l’autonomia dai normali 400 km per un modello con una batteria da 75 KWh fino a 720 km.
L’azienda, che adotta una tecnologia proprietaria chiama FEST (Factorial Electrolyte System Technology) utilizza un anodo di litio metallico al posto di quello di grafite o silicio impiegato negli accumulatori convenzionali. Anche per la sicurezza ci sono vantaggi concreti: la temperatura a cui la cella si può incendiare è più che doppia di quella delle litio-ioni convenzionali.
I programmi per la costruzione di una Gigafactory di batterie italiana nello stabilimento di Termoli, che il CEO Tavares ha appena visitato, non sono delineati, in attesa che il Governo metta in campo risorse per la riconversione dell’impianto. Per il momento, quindi, l’investimento nella nuova tecnologia di Stellantis non riguarderà fabbriche italiane.