Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Carlos Tavares ha sciolto ogni dubbio: in coincidenza con la presentazione dell'articolato piano industriale di Stellantis legato alla svolta elettrificata, ha anche annunciato la scelta del sito per la «terza gigafactory» europea, dopo quelle di Francia e Germania, sarà in Italia.
Ma ecco la grande sorpresa: la nuova struttura non sarà a Torino, grande favorita alla vigilia anche perché sede storica di Fiat, bensì a Termoli, nella fabbrica Powertrain che ora produce motori e che verrà convertita alla costruzione di batterie per auto elettriche.
Una scelta i cui dettagli nono sono chiari, a partire dagli incentivi promessi a Tavares dal Governo anche tramite il PNRR, e che si annuncia ricca di strascichi polemici, che anzi sono già iniziati.
A Torino non l'hanno presa affatto bene: meno di due giorni fa la Fiom aveva tenuto il «Mirafiori Day» proprio per chiedere che la gigafactory sorgesse nello storico stabilimento della famiglia Agnelli, e subito si è fatto sentire l’inedito ticket istituzionale Cirio-Appendino.
Il presidente forzista e la sindaca M5s in una nota congiunta parlano di «decisione che tradisce Torino e il Piemonte» e chiamano in causa il governo Draghi: «Attendiamo parole chiare da Roma per capire su che basi questa scelta sia stata condivisa con il Governo», terminando con una frase minacciosa: «Trasformeremo la rabbia in azione».
Sarò interessante verificare come si trasformeranno in versione barricadera il compassato Alberto e l'attendista Chiara.
Intanto, il ministro leghista Giancarlo Giorgetti si intesta il merito: «Bella e attesa notizia, ora prosegua il confronto sul piano industriale con le parti interessate», mentre da parte sindacale la Fiom parla di «Scelta importante che va nella direzione delle richieste sostenute dalle mobilitazioni» ma si dice al contempo preoccupata per il futuro di altri stabilimenti Fca: «Cento, Pratola Serra che producono diesel, per l’intero polo torinese, Cassino e Pomigliano».