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Si avvicina la data del 5 settembre, da tempo annunciata come giornata per la posa della prima pietra dello stabilimento a Gavassa, ma tutto sembra annunciare un clamoroso (e negativo) colpo di scena, che priverebbe la Motor Valley di uno dei protagonisti più attesi ed importanti.
Infatti dubbi ed incertezze sul mega-progetto targato Silk-Faw continuano a sommarsi alle domande sull'effettiva partenza dell'attività dell'azienda a capitale cinese, americano ed italiano: all'assenza di attività preliminari per la bonifica del sito individuato per lo stabilimento, si aggiunge il fascicolo aperto dai magistrati reggiani, che hanno affidato al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza i necessari accertamenti dopo l'esposto presentato in Procura.
A destare sospetti sono propri i continui rinvii sull'inizio delle attività di un progetto che ha avuto il sostegno della Regione Emilia-Romagna, che ha garantito 4,5 milioni di euro di fondi pubblici a fronte dell'impegno di assunzione per circa mille operai, da impiegare nell'allestimento di hyper-car elettriche.
A rendere più intricata la faccenda ci sono anche gli abbandoni dell'incarico da parte di diversi manager, come Amedeo Felisa e Roberto Fedeli che hanno detto salutato su due piedi i loro colleghi per passare armi e bagagli all'Aston Martin.
Il tutto, mentre i circa sessanta dipendenti finora sotto contratto lamentano la mancata corresponsione degli stipendi, fermi dal mese di maggio.
E se sul fronte politico si registra la crescente irritazione del governatore emiliano Stefano Bonaccini, la società invita alla calma e indica nelle crescenti tensioni USA-Cina la causa dei ritardi nella tabella di marcia; la società a capo dell’operazione, ricordiamo, guidata dal finanziere americano Jonathan Krane, ha base alle Cayman e a sua volta integra una società di diritto irlandese; tra i diversi rami aziendali c'è la Silk Sport Car Company, che ha in gestione la Silk-Faw Automotive Group Italia srl, con 26,6 milioni di euro di capitale versato; Silk Ev detiene l’85% della società e Faw il restante 15%.