Dove sta andando la mobilità a noleggio in Italia? ANIASA spiega il rallentamento che non fa bene a nessuno

Dove sta andando la mobilità a noleggio in Italia? ANIASA spiega il rallentamento che non fa bene a nessuno
Pubblicità
La mobilità a noleggio e in sharing vale oltre 1 milione di veicoli, ma soprattutto quella di breve termine è in frenata, per questioni di burocrazia e fiscalità (esclusa dagli incentivi). Non perché non serva agli italiani, anzi: senza noleggio non c’è ricambio del parco circolante (allarmano da ANIASA)
12 maggio 2022

Oggi ANIASA ha presentato la 21esima edizione del suo noto “Rapporto”. L’Associazione che in Confindustria rappresenta i servizi di mobilità, ha spiegato i dettagli delle tendenze in corso, che toccano il mercato dell’auto ma anche gli interessi di chi in Italia si muove e necessita di veicoli adeguati. Elementi pesanti come pandemia, crisi dei chip e dei cablaggi, oltre che la guerra in Ucraina, hanno rallentato la mobilità a noleggio e in sharing, non è certo difficile da comprendere.

Rispetto al 2019 si sono perse oltre 106mila immatricolazioni, ovvero circa 2,6 miliardi di euro. Noleggio a breve termine e car sharing sono più colpiti, per i cambiamenti nel turismo e nel lavoro in presenza, mentre il lungo termine regge anche grazie al boom di privati con solo codice fiscale, che hanno raggiunto ormai quota 100.000. La flotta dei veicoli a nolo resta salda sopra 1 milione e il settore si conferma leva strategica per la decarbonizzazione, potendo contare su quote crescenti di immatricolazioni di vetture ibride plug-in (il 47% del totale mercato) ed elettriche (30%).

Per raggiungere gli obiettivi fissati dal FIT for 55, il nostro Paese non ha alternative ad allineare la fiscalità dell’auto aziendale alla media dei Paesi europei, ricordano da ANIASA. Andando nel dettaglio con i dati, scopriamo un peso crescente del noleggio a lungo termine, in prospettiva, con le auto ibride che salgono del 155% e contratti che si estendono (banalmente perché non arrivano tutte le nuove auto come in passato).

Per il noleggio a breve termine, in forte calo, lo “shortage” pesa maggiormente visto il ritmo di sostituzione teoricamente più concentrato. Ora la flotta è tutta oltre l’anno di età, con utenze come quelle degli aeroporti molto peggiorate nei loro volumi di auto prese e sostituite. Ma il presidente ANIASA Alberto Viano non vede grigio e anzi, di fronte a certe difficoltà della burocrazia, nel concedere incentivi, arriva a ventilare l’ipotesi di guardare a oriente per le forniture di auto, elettrificate.

Forniture che servirebbero, se si pensa che le immatricolazioni complessive del noleggio, sono passate dalle 482.000 del 2019 alle 376.000 del 2021.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

“Il nostro Paese è chiamato all’attesa transizione ecologica della mobilità – ha dichiarato il Presidente Viano - per questo l’esclusione delle auto aziendali e del noleggio dagli incentivi rende oltremodo perplessi. Il noleggio, dati alla mano, è il principale strumento in grado di favorire questa transizione del parco circolante e di accelerare il ricambio dei veicoli. L’esclusione rivela una visione limitata, ancorata al concetto di proprietà, che rischia di rallentare il passaggio verso un modello di mobilità sempre più pay-per-use, un’evoluzione che porta positive ricadute in termini di sostenibilità e sicurezza, nonché certezza sul fronte delle entrate tributarie”.

Fiscalità

Altro tema forte, spinto da ANIASA, è quello della fiscalità per auto a noleggio: oggi su una vettura aziendale media (30.000 euro) il totale di detrazioni e deduzioni in Italia ammonta a 5.778 €, meno di un quinto di quanto ‘scaricano’ le aziende tedesche e spagnole e circa un quarto di Francia e Gran Bretagna.

“Alla beffa sugli incentivi se ne aggiunge una inaccettabile per le imprese che utilizzano vetture aziendali: il livello di detraibilità dell’IVA è ancora bloccato al 40% dal 2007, e, di proroga in proroga, confermato almeno fino al 31 dicembre. Una penalizzazione che crea forte disparità sui costi di mobilità che le aziende italiane vivono ogni giorno rispetto ai competitors europei”. Spagna, Francia e Germania possono detrarre il 100%”.

La speranza di Viano, e non solo, è che nella prossima Legge di Bilancio si sani la situazione “diventata ormai paradossale" anche recependo la nostra proposta di graduale riallineamento a quanto previsto nei maggiori Paesi europei con una detraibilità al 100% per i veicoli elettrici, al 90% per gli ibridi e al 60% per gli endotermici”.

Da Moto.it

Pubblicità