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Ma, la mobilità cambia davvero in Italia? Sì, cambia, eccome. Diversamente da quanto si dica e preveda però, secondo certe fonti o ispirazioni volte a un futuro che si rivela non così elettrificato. Almeno per gran parte del Bel Paese. Parlando di sostanza data dal più recente studio e non di previsioni, gli italiani si muovono in auto più di quanto facevano prima della pandemia, eppure il mercato è praticamente fermo e il parco circolante continua a invecchiare.
Cresce lentamente la penetrazione delle vetture elettriche, ma quasi esclusivamente nelle città del Nord Italia e nelle flotte aziendali. Sta aumentando il “divario di mobilità” tra chi può permettersi le vetture con nuove motorizzazioni (SUV e segmenti superiori, non sempre le “piccole”) rispetto a chi invece non può farlo e si affida alla propria vecchia auto. Il noleggio, anche per privati, si candida ad essere motore di una maggiore e più sostenibile, sotto il profilo economico, diffusione di questi veicoli ma… Ci sono parecchi ma.
Potremmo dire che è questa la sintesi derivante e molto logica per chi si guardi intorno, da un interessante studio diffuso da ANIASA e realizzato grazie a Bain & C. Nel dettaglio si parla di una mobilità “che non cambia” sotto molti punti di vista e l’Italia procede così a due velocità.
Eppure negli ultimi mesi gli italiani sono tornati ad utilizzare massivamente l’auto: il 60% in più di quanto facevano pre-pandemia, come certifica anche l’App Mappe di Apple. La ricerca effettuata su 1.000 consumatori, conferma il trend: l’auto personale è il mezzo di trasporto usato più spesso (73%). Alla base di questa situazione anche il ritorno sui luoghi di lavoro, mentre il mercato auto è nella peggior crisi dagli anni Settanta (pandemia, carenza di chip e cablaggi, conflitto in Ucraina… una tempesta potremmo dire).
In ogni caso, l’Italia mantiene un indice di motorizzazione tra i più alti al mondo: circa 1,5 auto per nucleo familiare. Il nodo è che invecchia sempre più il circolante: dal 2000 a oggi l’età media di 8,8 anni è arrivata quasi a 12 anni. L’euro3 insomma, con le mitiche Fiat Punto 188 e Panda, se va bene 169 tanto per dire le più popolari numericamente, invece di certi SUV connessi presenti nei capoluoghi, dai prezzi di listino sempre più alti.
Le auto elettriche (BEV) aumentano nel 2021, ma restando concentrate nelle grandi metropoli del Nord (5,3% il valore massimo) grazie a persone inclini all’innovazione e con buona disponibilità economica. Appare evidente infatti la correlazione tra reddito pro-capite e penetrazione di BEV. Il segmento delle tanto chiacchierate auto a batteria in Italia cresce ma resta poco rilevante, addirittura, dicono in ANIASA, in calo al 3,3% nel primo trimestre 2022 (dimezzato nel canale privati; sceso all’1,8%).
Insomma, osservando i molti dati dello studio oggi e forse anche domani, ci sono diversi fattori, tanti, che devono allinearsi per lo sviluppo definitivo dell’auto elettrica. Addirittura qualcuno si potrebbe spaventare, perché se le stime di riduzione dei segmenti minori dovessero concretizzarsi (il popolarissimo segmento A che passa dal 18% a un 6% del mercato), si prospetta quel rischio di “mobility divide” tra chi potrà permettersi le auto moderne, connesse alla spina e chi non solo non potrà averle (specie di certi marchi che palesano l’abbandono delle piccole in gamma) ma dovrà ricorrere al Trasporto Pubblico Locale, altro tallone d’Achille oltretutto assente nel dibattito pubblico attuale.
A fronte di queste contraddizioni strutturali del mercato automobilistico tricolore (diverso da altre nazioni) al timore che i prezzi delle batterie salgano, in ANIASA giustamente fanno il loro gioco, spingendo anche politicamente (ne sapremo qualcosa, ascoltando intervistando il Ministro a Verona prossimamente, per ADD). Il noleggio emerge come leva in grado di democratizzare certe novità auto, rendendole accessibili. Il noleggio a lungo termine, soprattutto garantisce un mix di emissioni molto più sostenibili rispetto all’acquisto diretto. Nel canale privati (con solo codice fiscale, non P.IVA) il 30% delle vetture a noleggio ha emissioni sotto i 60 gr/km, contro il 6% delle vetture acquistate. Tra le aziende, l’immatricolato con emissioni superiori ai 160 gr/km è il 28% per chi acquista e scende al 9% per quelle che noleggiano. Intanto, gli attesi ecobonus varranno soprattutto per l'offerta e non per la domanda di auto a noleggio.
“Lo studio conferma la centralità assoluta dell’auto per gli spostamenti - evidenzia Alberto Viano, Presidente ANIASA - La strada è segnata, l’elettrico è il futuro e Il noleggio costituisce volano per una sua più rapida ed efficace diffusione, sia presso le imprese che tra i privati che oggi per motivi economici sono meno attratti. Grazie al noleggio si distribuisce su più anni il valore, ancora elevato, di una vettura più nuova e meno inquinante, garantendo un costo certo ed eliminando il deprezzamento”.