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La ricarica delle auto elettriche deve essere considerata alla stregua di un servizio pubblico, come oggi lo sono del resto l’erogazione dei carburanti, di energia elettrica, acqua e gas. E’ quanto sostiene l’associazione di consumatori Adiconsum in una lettera inviata al Governo.
«Adiconsum sostiene il diritto del consumatore di poter ricaricare il proprio veicolo elettrico in pubblico (ovvero: in luogo pubblico o privato accessibile al pubblico) con facilità e corretta fruibilità, grazie ad una rete di ricarica efficace, di qualità e rispettosa dei diritti dei cittadini – afferma Pierpaola Pietrantozzi, Segretario nazionale di Adiconsum –. L’esercizio di tale diritto è fondamentale per un vero sviluppo della mobilità elettrica, molto più dell’indurre i consumatori al solo acquisto del veicolo elettrico».
Adiconsum si rifà alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 gennaio 1994 “Princìpi sull’erogazione dei servizi pubblici”, che considera la libertà di circolazione allo stesso piano dei cosiddetti “servizi essenziali”.
«Ai fini della presente direttiva sono considerati servizi pubblici, anche se svolti in regime di concessione o mediante convenzione, quelli volti a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, alla salute, all’assistenza e previdenza sociale, alla istruzione e alla libertà di comunicazione, alla libertà e alla sicurezza della persona, alla libertà di circolazione, ai sensi dell’art. 1 della legge 12 giugno 1990, n. 146, e quelli di erogazione di energia elettrica, acqua e gas», recita infatti la norma citata dai consumatori.
Per Adiconsum, far rientrare la ricarica dei veicoli elettrici nella sfera dei servizi considerati “pubblici” assicurerebbe «a tutti i cittadini di passare alla mobilità elettrica con la certezza di ottenere gli stessi diritti previsti per i servizi pubblici». Sempre per l’associazione, «il prezzo dell’energia per la ricarica in pubblico deve essere a prezzi inferiori rispetto a quelli dei carburanti fossili».