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Oggi, a Diriyah, in Arabia Saudita, si consumerà l'esordio in una gara di Formula E di Antonio Giovinazzi, il rookie - non ce ne vogliano Dan Ticktum e Oliver Askew - più atteso sullo schieramento dell'ottava stagione. Ma quali sono le possibilità dell'ex pilota dell'Alfa Romeo nella categoria elettrica? Per valutarle, bisogna cominciare dal team in cui è approdato, la Dragon Penske. Che Antonio abbia trovato subito una collocazione dopo l'annuncio del divorzio da Hinwil è indubbiamente positivo, ma la Dragon non è una scuderia di prima fascia in Formula E.
Curiosamente, la Dragon negli anni ha mostrato la stessa tendenza di Antonio in Formula 1. Ha avuto picchi importanti in qualifica, con risultati ragguardevoli, ma sovente non è riuscita a concretizzarli in gara. Dal momento che la monoposto della Dragon Penske, così come le altre, è stata oggetto di un'omologazione per due stagioni lo scorso anno, non ci sono margini per un miglioramento del mezzo a disposizione. Non solo: in Dragon c'è una forte instabilità a livello manageriale, con un grado di turnover da far alzare le sopracciglia.
Le opportunità per ottenere un risultato fuori dal comune sono poi ridotte rispetto allo scorso anno, visti i cambiamenti al format delle qualifiche. Il sistema a "batterie", con i gruppi di qualifica, spesso premiava i piloti delle scuderie minori. I big che si ritrovavano nel Gruppo 1, infatti, finivano per essere fortemente penalizzati, data l'inevitabile evoluzione della pista con il passare del tempo. Non era infrequente, così, la presenza di outsider nelle prime posizioni dello schieramento. Nel 2022, con la fase ad eliminazione dopo una scrematura iniziale, le qualifiche dovrebbero risultare meno imprevedibili.
Non aiuterà il fatto che le monoposto di Formula E siano tutt'altro che semplici da approcciare, se si proviene da una categoria diversa. La gestione della frenata, in particolare, è un nodo che si scioglie solo con la pratica, e non necessariamente in fretta. Antonio è perfettamente consapevole di tutto questo, e ha scelto un approccio realistico e misurato al suo nuovo ambiente, sin dai test di Valencia. Accanto a lui alla Dragon avrà Sergio Sette Camara, ex vivaio Red Bull, pilota molto solido e termine di paragone sfidante.
L'esperienza di Giovinazzi alla Dragon potrebbe essere solo una breve parentesi per tenersi allenato, in attesa di un agognato ritorno in F1 - anche se non sarà un obiettivo facile da centrare - o di un passaggio ad altre categorie, WEC in testa. O potrebbe essere un'epifania, come quella vissuta da Jean-Eric Vergne, arrivato in FE dopo l'addio alla Toro Rosso e diventato, negli anni, un mattatore della serie 100% elettrica. L'arrivo di Maserati, nel 2023, rappresenta una succosa opportunità per Antonio, con la suggestione del pilota italiano su monoposto tricolore, quantomeno nel nome.
Antonio, in sintesi, potrebbe essere capitato nella categoria giusta, ma nel team sbagliato. In un'epoca di transizione della sua carriera, però, non può lasciare nulla di intentato. Solo il tempo ci dirà se l'esperienza in Formula E gli servirà solo per capire che la categoria 100% elettrica non farà per lui o se sarà un momento chiave per la sua trasformazione come pilota. Quello che è certo è che Antonio è abbastanza veloce e intelligente da poter cogliere il meglio da questa chance dell'ultimo minuto.