Più mobilità elettrica, meno operai in fabbrica?

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Il boom delle auto elettriche potrebbe costare caro: possibile la perdita di centomila posti di lavoro nella sola Germania
10 maggio 2021

Senza una veloce riconversione della forza lavoro, entro il 2025 l'industria automobilistica potrebbe rinunciare ad una fetta importante di tutta la manodopera, valutata per la sola Germania in oltre centomila unità.

È il risultato, clamoroso nella dimensioni ma non certo inatteso per chi è pratico della materia, emerso da un recente sondaggio effettuato presso le più grandi aziende del settore, e rilanciato dalla Reuters, che conferma il dato che le auto a batteria necessitano di minor lavoro in fase di assemblaggio rispetto ai veicoli con motore a combustione.

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Per non assistere ad uno svuotamento delle fabbriche appare quindi fondamentale sviluppare posti di lavoro altamente qualificati nella restante produzione di motori a combustione e nell’emergente settore delle auto elettriche, in maniera graduale e senza arrestare il cambiamento strutturale in corso. 

Secondo l’analisi, in Germania sono almeno 175.000 i posti di lavoro a rischio nel settore automobilistico entro il 2025, solo in parte compensati dal pensionamento di circa 73.000 lavoratori: in pratica, circa 100.000 lavoratori dell'industria automobilistica potrebbero essere esposti al rischio di disoccupazione, se non in grado di acquisire nuove competenze nei prossimi anni.

L'indagine, commissionata dalla VDA, l’associazione delle industrie automotive tedesche, non tiene conto della creazione di nuovi posti di lavoro nella produzione di auto elettriche e nella produzione di celle di batterie EV: per questo l'impatto delle auto elettriche sul mercato del lavoro sarà inferiore alla stima dei 100.000 posti di lavoro indicata per il 2025.

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