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La pandemia ha cambiato tutto per le persone, in questo mondo ora regolato diversamente, a fatica. Dopo circa un anno dallo scoppio della sciagura sanitaria e sociale, casualmente o meno anche il mondo delle auto, quelle nuove da vendere e un domani da riparare o rivendere, è cambiato. Quando finirà la fase più intensa della pandemia, BEV e PHEV peseranno maggiormente.
Già ora auto elettriche o elettrificate contano come mai prima nella storia. Per qualcuno è solo l’inizio di un’ondata unica che terminerà tra dieci anni circa, quando le termiche vendute saranno meno del 40%, in certi Paesi anche tendenti a zero. Ma non basta questa banale analisi dei numeri, delle immatricolazioni con sempre più motori elettrici tra gli assi o sotto i cofani. Ora, contando i flussi dei sistemisti e dei fornitori di elementi che sono piccole parti delle auto prodotte, si scopre un nuovo problema. Nulla che qualcuno ai piani alti non abbia potuto prevedere, ma che guardando alla ripresa spaventa un po’: mancano pezzi evoluti di elettronica, che l’Asia produce e assorbe al tempo stesso.
Non perché le fabbriche da loro sono ferme, anzi, ma per come si è mosso il mercato e come è stata organizzata la filiera. Pare che la Cina conti già oltre 22 milioni di veicoli nei primi 11 mesi del 2020, in trend crescente, mentre da noi si piangono cali vicini al 30%.
Se non vi sembra un problema, perché giustamente amate la vostra auto e magari la prossima la prenderete ottima termica, o al massimo mild se ve la scontano, peccate d'egoismo. Le basi di economia fanno capire anche al più disinteressato studente che se a qualcuno serve qualcosa, nel caso specifico delle centraline auto, per averla dovrà pagare chi la fornisce. Se chi fornisce però, ha meno di quanto serva a tutti quelli che chiedono… Può aumentare il suo prezzo sapendo che sempre da lui busseranno per avere, come unica fonte. In questo caso magari, le nostre aziende automotive europee non cercano elementi complessi, prodotti finiti di loro piena gestione. Nemmeno qualcosa di impossibile, ma qualche chip da metterci dentro, nei sistemi, in tempo utile per soddisfare il mercato che si riprende azzoppato dalla pandemia.
Stando a quanto circola sulle agenzie, i tedeschi padroni dell’industria auto europea, con i loro massimi sistemisti, fanno volutamente capire che qualcosa potrebbe non andare liscio nella ripresa del 2021. Il gruppo Volkswagen, pronto a vincere nelle auto elettriche, Continental e Bosch, mattatori dei sistemi elettronici, avvertono sulla possibile carenza di componenti, di semiconduttori per le loro produzioni. Abbiamo scritto centraline per rendere l’idea, ma nelle nuove auto di oggi quasi ovunque ci sono elementi elettronici. Che il logo sia tedesco per la Casa auto e per il sistemista, non vuole dire che sotto le cover plastiche tutto sia made in Germany. Molte parti sono importate nella motopropulsione e non solo. Parecchio anche per sicurezza e Infotainment. Se in Europa il piccolo rimbalzo della domanda è stato nei mesi caldi, con flessione per l’inverno, in Cina il trend è diverso: in meglio pur se “controllato”.
In pratica le forniture, qualora in Europa tornasse forte domanda di nuove auto, potrebbero creare colli di bottiglia. Un assurdo per mega-aziende multinazionali gestite da ottimo staff qualificato ed esperto, eppure questo prospettano alcuni. I volumi aggiuntivi richiesti, per le parti elettroniche delle auto europee vendute in Cina e forse anche da noi, ci saranno certo. Solo con un dettaglio: saranno disponibili con sicurezza tra alcuni mesi per certi casi, rallentando le consegne, o aumentando i prezzi, per parte del 2021.
Addirittura la stessa Volkswagen, ben impegnata in Cina, potrebbe interrompere la produzione locale a causa di troppa domanda rispetto al potenziale di fornitura.
Tra le notizie che circolano a oggi, a livello ufficiale nessuna quantifica o dettaglia elementi che toccano l’automobilista nostrano. Che cambiano il listino prezzi di un'auto e un SUV di quelli appetibili. Vedremo i tempi di consegna, se risale molto la domanda. Però, mantenendo la nostra ottica da buoni automobilisti amici del motore ed anche dell’economia nel nostro Paese, troviamo poco buono che la NXP Semiconductors, fornitrice per esempio di elementi per gestione della batteria (a ben 16 costruttori auto nei Top20) anticipa da novembre aumento dei suoi prezzi per forte aumento dei propri costi fornitura e difficoltà in reperimento chip. Una macchina elettrica che usa questi elementi batteria? Basta che abbia un pianale MEB.
OMF