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Northvolt intende tagliare 1.600 posti di lavoro - un quinto dei suoi dipendenti a livello globale - nel suo quartier generale in Svezia. Secondo quanto riporta Automotive News, la realtà più rilevante nel nostro continente nel mercato delle batterie per auto elettriche sta pagando il conto di problemi produttivi, una domanda scarsa e della concorrenza cinese. Il taglio della forza lavoro è solo una delle misure implementate da Northvolt, che ha anche deciso di cancellare i piani di una forte espansione della sua fabbrica a Skelleftea, nel nord della Svezia.
Le difficoltà incontrate da Northvolt sul suo cammino hanno anche cambiato la mission dell'azienda, che avrebbe voluto occuparsi dell'intero ciclo di vita delle batterie, dalla produzione al riciclo. Northvolt, oltre ad attirare investitori come Volkswagen, era stata in grado di fare da pioniera, tracciando la via per diverse start-up europee a supporto della transizione verso l'elettrico dei costruttori auto. Ma Northvolt ha accusato una serie di ritardi nell'aumento della produzione, tali da causare la cancellazione di un ordine da ben due milioni di dollari da parte di BMW.
Northvolt ha spiegato di voler aumentare la propria produzione annuale di batterie fino a raggiungere quota 16 GWh. Attualmente la produzione è inferiore a 1 GWh, un dato lontanissimo dai 60 GWh originariamente pianificati come obiettivo di produzione annuale. Un dato, questo, che corrisponde a batterie per pi ù di un milione di auto all'anno. Nel 2023, Northvolt ha fatto registrare perdite per un 1,2 miliardi di dollari. Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, ha già fatto sapere che la Svezia non garantirà prestiti all'azienda.