New York, allarme e-bike: oltre duecento incendi causati dalle batterie

New York, allarme e-bike: oltre duecento incendi causati dalle batterie
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Prodotti di bassa qualità e mancati controlli: già si contano ben sei vittime tra i rider
18 novembre 2022

Un fantasma si aggira nella Grande Mela: parafrasando Carl Marx, non si tratta però del comunismo, quanto del pericolo rappresentato dalle migliaia di e-bike in circolazione tra Central Park, Brooklyn e Manhattan, che rischiano di trasformarsi in torce ardenti.

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Come infatti denunciato da un rapporto redatto dai vigili del fuoco, nel solo 2022 sono già oltre duecento gli episodi di incendio improvviso delle bici a pedalata assistita; sotto accusa le batterie, che nella quasi totalità dei casi hanno preso fuoco senza motivo apparente, causando anche purtroppo sei vittime.

Tutta colpa di elementi di scarsa qualità, installati su modelli low cost e privi della certificazione di garanzia da parte degli enti di controllo: le classiche bici di incerta provenienza, utilizzate dai lavoratori sottopagati della filiera delle consegne a domicilio e dell'ultimo miglio delle grandi catene di distribuzione.

I pacchi batteria agli ioni di litio contengono celle che immagazzinano energia sotto forma di sostanze chimiche infiammabili; un circuito elettronico, il BMS (sistema di gestione della batteria), assicura che le celle non si sovraccarichino o rilascino troppa energia nello stesso momento: ma tale delicato equilibrio può essere interrotto a causa di incidenti, usura o fabbricazione difettosa, a volte con esiti pericolosi come appunto il principio di incendio. 

Si tratta di un circolo vizioso: le condizioni salariali dei rider non consentono loro di dotarsi di veicoli sicuri e controllati, e lo stipendio non basta per equipaggiarsi con la giusta attrezzatura o a provvedere alla corretta manutenzione della bici.

E così si ricorre al fai da te, ci si improvvisa anche meccanici e si spera nel destino amico, pregando di non trovarsi a dover scappare dalle fiamme divampate proprio sotto il sellino della bici. 

Photo credit @the New York Times
 

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