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Chissà cosa ne pensa Donald Trump: un’azienda americana che strige un accordo con una cinese per costruire vetture elettriche del segmento premium in un Paese terzo, l’Italia.
Roba da far venire l’orticaria a chi ragiona in modalità protezionistica, mentre la realpolitik di oggi impone strategie diverse.
È stato firmato un accordo tra il gruppo cinese Faw, il più grande produttore di auto del Paese asiatico con quasi 4 milioni di veicoli venduti in patria e 90 miliardi di dollari di fatturato (tra l'altro imepgnato nella trattativa per l'acquisizione di Iveco), e l’americana Silk Ev, società specializzata in ingegneria e design automotive, per un ambizioso progetto di investimento da un miliardo di euro, dal quale nascerà un polo produttivo per progettare e produrre auto di alta gamma full electric e plug-in.
A benedire l’accordo Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, cui non pare vero che la sede di produzione sarà nella Motor Valley, oltre al sito di Changchun, dove ha sede il quartier generale di Faw.
Una triplice alleanza, insomma, che apre scenari molto interessanti per l’occupazione e lo sviluppo ulteriore di quell’angolo felice della terra emiliana che già ospita eccellenze mondiali nel campo della produzione a quattro e due ruote.
I dettagli del progetto non sono ancora stati rivelati nella loro interezza: si conosce l’importo dell’investimento, vicino al miliardo di euro, ma il sito preciso dove sorgerà l’impianto non è noto.
Che si tratti di un progetto ambizioso lo conferma che come responsabile della nuova gamma di veicoli è stato scelto Walter De Silva, il cui nome pone sotto una luce speciale l’intera operazione.
Lo stesso Da Silva ha rivelato che il primo modello che prodotto sarà la S9, supercar ibrida, alla cui realizzazione sta collaborando Dallara, che nelle intenzioni del management dovrà essere in grado di competere per prestazioni e livello qualitativo con benchmark non proprio banali, come Ferrari e Porsche.
Alla S9 saranno poi affiancate versioni meno esasperate, denominate S7, S5 e S3, tutte declinate in modalità elettrica.
Da Silva ha dato appuntamento al Salone di Shangai per il debutto della S9, magari in modalità ancora da prototipo piuttosto che definita, lasciando al contempo in sospeso il quesito se sarà presentata come Faw o abbinata al marchio Hongqi, che in Cina identifica i modelli di lusso prodotti dalla stessa Faw.
Allo stesso tempo, non sono stati rivelati i dettagli sull’impegno della Regione Emilia-Romagna nel progetto, né in termini di agevolazioni alle aziende promotrici né per quanto riguarda un intervento finanziario nell’operazione.