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L’Europa corre verso la mobilità elettrica, ma purtroppo in ordine sparso: lo studio EV Readiness di LeasePlan, che valuta il livello di preparazione di ventidue nazioni europee, ha fotografato una situazione ricca di contrasti, con Paesi ormai avviati in forma decisa verso la transizione elettrica ed altri che paiono arrancare lungo il sentiero delle necessarie riforme per consentire il passaggio alla mobilità a zero emissioni.
E, lo anticipiamo subito, purtroppo l’Italia compare nella zona bassa della classifica, posizionandosi al diciassettesimo posto, soprattutto a causa della carenza di infrastrutture di supporto ai veicoli elettrici.
L’“EV Readiness Index 2021” indica Paesi Bassi, Norvegia e Regno Unito come i Paesi più avanzati nella trasformazione tecnologica nel Vecchio Continente per un’ampia diffusione dei veicoli elettrici, operazione per la quale l’Europa sembra ormai pronta.
La classifica stilata da Leaseplan comprende tre elementi: immatricolazioni dei veicoli elettrici, diffusione dell’infrastruttura di ricarica ed incentivi governativi. ì
Rispetto allo scorso anno, quasi tutti i Paesi mostrano un miglioramento del punteggio, anche se il tasso di miglioramento varia in maniera significativa tra le diverse regioni europee, con Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca che presentano i punteggi minori e più ridotti tassi di miglioramento.
In altre parole, la forbice tra Europa occidentale ed orientale pare allargarsi, soprattutto in riferimento all’infrastruttura di ricarica che in alcuni casi nel 2020 - ed in questo la pandemia non ha certo aiutato - ha mostrato tassi di installazione delle stazioni addirittura ridotti rispetto al 2019.
Il report, oltre a sottolineare come in ben undici nazioni europee sia ormai più conveniente acquistare ed utilizzare vetture elettriche rispetto ad analoghi modelli a combustione interna, rileva come i veicoli elettrici paghino in media solo il 63% di imposte rispetto ai veicoli con motorizzazioni convenzionale: addirittura, in Austria, Grecia, Irlanda, Polonia, Regno Unito ed Ungheria, i guidatori dei veicoli elettrici non pagano alcuna tassa.
Le note dolenti, come detto, arrivano quando si passa ad esaminare l’infrastruttura di ricarica, valutata ancora in ritardo: il tasso di miglioramento è diminuito nel 2020 (aumento del 43% rispetto al 73% nel 2019) ed anche nei Paesi più dinamici in termini di incremento, la rete di supporto ai veicoli elettrici è lontana dal soddisfare le esigenze degli utilizzatori.
«Il nostro EV Readiness Index - ha detto Tex Gunning, ceo di Leaseplan - mostra che mentre la guida elettrica è più conveniente che mai in tutta Europa, l’infrastruttura pubblica di ricarica è ancora inadeguata. In un sondaggio realizzato all’inizio d’anno, abbiamo già riscontrato come la mancanza di un’infrastruttura sia considerata un ostacolo significativo all’adozione di veicoli elettrici da parte dei conducenti, e il nostro EV Readiness Index prova come tali timori siano ben fondati. Per esprimersi senza mezzi termini: il ritmo di miglioramento non è abbastanza veloce e l’Europa non riesce a fornire l’infrastruttura necessaria per una rivoluzione verde della mobilità. I leader e i decisori politici di ciascuno dei Paesi oggetto dell’Indice devono assumere iniziative e realizzare investimenti per un’infrastruttura di ricarica universale, economica e sostenibile prima che sia troppo tardi. L’emergenza climatica non può attendere».