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Le nuove auto elettriche Mini di BMW prodotte in Cina saranno soggette ai dazi pari al 38,1%, secondo le ultime indiscrezioni.
BMW sta costruendo la piccola elettrica Cooper e il crossover elettrico Aceman in Cina, grazie ad una joint venture con Great Wall. La produzione di massa è iniziata alla fine dell'anno scorso, poco dopo che l'UE ha avviato un'indagine su potenziali sussidi sleali per i veicoli elettrici prodotti in Cina.
Secondo alcune fonti vicine alla questione e con la produzione ancora nelle prime fasi, la joint venture non è stata in grado di soddisfare il livello di dettaglio richiesto dal sondaggio della Commissione Europea per essere classificata come azienda collaboratrice con l'indagine. Infatti, le aziende che hanno collaborato con l'UE saranno soggette a tariffe più basse, dal 17,4% al 21%, secondo un documento della Commissione Europea visionato da Reuters (include BMW Brilliance Automotive, un'altra joint venture di BMW che produce l'elettrica iX3 in Cina dal 2021).
Un aumento del 38,1% dei prezzi delle Mini prodotte in Cina potrebbe danneggiare le vendite in un momento in cui la casa automobilistica conta su ogni vendita di veicoli completamente elettrico, soprattutto per rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio.
Tuttavia, le tariffe sui nuovi veicoli elettrici Mini in Europa potrebbero essere temporanee. A partire dal 2026, BMW aggiungerà la produzione della Cooper e della Aceman elettriche nel suo stabilimento di Oxford, in Inghilterra, per i mercati europei, a seguito di investimenti pari a 750 milioni di dollari.
Il CEO di BMW, Oliver Zipse, ha dichiarato all'inizio di questa settimana che le tariffe erano "la strada sbagliata da seguire", facendo eco alle preoccupazioni di altri produttori tedeschi, timorosi di una guerra commerciale che potrebbe portare a controtariffe sulle auto esportate dalla Germania verso la Cina.
La Commissione Europea ha affermato che le joint venture che producono auto in Cina saranno soggette a dazi, senza specificare se le joint venture più recenti potrebbero beneficiare dell'aliquota inferiore del 21% per le aziende che hanno collaborato con l'indagine.
Infine, il termine per l'imposizione delle misure provvisorie è il 4 luglio, dopo di che l'indagine continuerà fino a fine ottobre. Questo lascia tempo a Pechino e Bruxelles per trovare un accordo per attenuare l'impatto dei dazi.