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L'annuncio tanto atteso è arrivato: sarà Termoli la capitale italiana della produzione di batterie per auto elettriche.
Dopo mesi di anticipazioni, trattative serrate e tavoli di confronto con autorità locali e sindacati, è stato firmato un memorandum d'intesa che formalizza la volontà di investire nella struttura molisana: da una parte ci sono le aziende coinvolte nel progetto, ad iniziare da ACC (Automotive Cells Company), azienda fondata da Stellantis e TotalEnergies/Saft e di recente fortemente partecipata anche da Mercedes-Benz, nel ruolo di partner tecnico; decisivo nella soluzione del puzzle è stato l'intervento del Governo, cha ha stabilito un contributo di ben 400 milioni di euro su un investimento complessivo da due miliardi.
«Siamo grati a tutte le persone coinvolte in questo investimento - ha commentato Carlos Tavares, amministrazione delegato di Stellantis - che assicurerà il futuro della grande comunità di Termoli. Trasformare l’impianto esistente per contribuire nella creazione di un futuro più sostenibile posiziona ACC come leader europeo nella produzione di batterie e riafferma, grazie alla collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, il ruolo dell’Italia nel sostenere la trasformazione di Stellantis in un’azienda di tecnologie dedicate alla mobilità sostenibile».
«Si tratta di un grande passo verso la transizione ecologica ed energetica - ha detto Alessandra Todde, viceministra dello Sviluppo Economico - a supporto dello sviluppo della mobilità elettrica. Un’importante notizia per l’Italia, per il Molise e per tutto il Mezzogiorno: questa gigafactory rappresenta un ingresso nel futuro ed è un investimento per creare una nuova filiera produttiva in un settore strategico come l’automotive».
Sull'argomento esprime soddisfazione anche Paolo Scudieri, presidente di Anfia: «La conferma di questo investimento rappresenta un elemento importantissimo per il futuro della filiera produttiva automotive in Italia, un fondamentale passo avanti nella transizione all’elettrificazione, che assicura al nostro territorio nuove competenze e occupazione nella catena del valore del veicolo elettrico. Ci proponiamo di lavorare con il governo per costruire in Italia almeno una parte della filiera produttiva che sta a monte delle gigafactory (raffinazione metalli e lavorazioni chimiche; produzione di catodi, oggi concentrate in Cina), dove si posiziona il 60-70% del valore aggiunto della catena del valore delle batterie, il cui sviluppo permetterebbe di compensare le perdite occupazionali derivanti dal passaggio dalIe motorizzazioni ICE a quelle elettriche».