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Cambio di inquilino alla casa Bianca e nuova politica ambientale: dopo l’era Trump, che aveva gettato alle ortiche le misure ambientaliste prese da Barack Obama, con l’arrivo a Washington di Joe Biden lo scenario pare destinato a cambiare per l’ennesima volta.
Infatti le principali Case automobilistiche americane hanno fatto sapere alla nuova amministrazione di essere orientate ad accettare un accordo sulle emissioni, per tagliare i gas serra.
La mossa consentirebbe a Biden di portare a casa un risultato importante ed immediato, senza dover aspettare la lunga trafila burocratica necessaria ad annullare le decisioni prese da Donald Trump.
La mano tesa dell’industria punta ad un accordo meno impegnativo rispetto a quello sottoscritto in California da Ford, Honda, BMW, Volkswagen e Volvo, e per questo alcune associazioni ambientaliste hanno già fatto conoscere la propria ostilità, in quanto ritenuto poco efficace nel contrastare il cambiamento climatico.
Le Case automobilistiche accetterebbero livelli più severi rispetto a quelli decisi da Trump in cambio di un "moltiplicatore" che darebbe loro più crediti per soddisfare gli standard vendendo più veicoli a zero emissioni: l’accordo incentiverebbe i produttori a mettere più veicoli elettrici in strada, riducendo così l'inquinamento, in una misura considerata intermedia tra lo standard minimo di Trump e quello più elevato previsto in California, a sua volta comunque meno impegnativo per l’industria rispetto a quanto previsto da Obama.
Trump aveva fissato la soglia di 29 miglia per gallone (46,671 km per 3,785 litri, quindi poco più di 12 km/lt), molto ridotta rispetto ai 37 mpg voluti da Obama, mentre l’accordo californiano si pone quasi a metà, indicando in 33 mpg lo standard di riferimento.
Insomma, si profila una mediazione: la risposta da parte di Biden dovrebbe arrivare entro un mese, anche se ambienti vicini alla Casa Bianca hanno fatto sapere che l'accordo con la California è un utile punto di partenza in vista degli obiettivi 2026 indicati dall’Accordo di Parigi sul Clima, tavolo dal quale peraltro Trump si era ritirato e dove invece Biden è tornato a sedere.
Sulla decisione finale pesano anche recenti decisioni come quella di General Motors, che ha annunciato l’intenzione di produrre solo veicoli elettrici dal 2035, anche se questa posizione si scontra con una realtà commerciale che vede ai primi posti delle vendite USA grandi pick-up e SUV, non certo i veicoli più indicati per una riconversione di mobilità a “zero emissioni”.
Lo scorso anno, le vendite di veicoli elettrici negli USA sono state il 2% del totale, soglia ovviamente destinata a crescere sotto la spinta della Casa Bianca: in più occasioni Biden ha indicato nella mobilità elettrica una priorità assoluta e promesso investimenti per miliardi di dollari a favore delle infrastrutture, puntando a costruire 550.000 punti di ricarica nei prossimi dieci anni.
Un rappresentante delle Case si è augurato di arrivare ad un accordo preliminare con l’amministrazione federale in occasione del 22 aprile, data simbolica in quanto si festeggia la “Giornata della Terra”.
Ma non tutti sono così ottimisti: molte associazioni ambientaliste chiedono di tornare agli standard di Obama ed accusano i costruttori di fare i “furbetti”: «Non solo rifiutano gli standard concordati dieci anni fa, ma anche l’accordo più favorevole che cinque Case hanno fatto con la California - ha detto Dan Becker, direttore del Center for Biological Diversity - Abbiamo bisogno di norme nazionali molto più stringenti, per non sentirci colpevoli di guardare il riscaldamento globale e limitarci a sbattere le palpebre».