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Si apre ufficialmente la crisi per il governo retto da Giuseppe Conte e composto da Movimento 5 Stelle e Lega con l'intervento del premier in Senato in cui ha annunciato di voler presentare le proprie dimissioni al Presidente della Repubblica.
Il governo gialloverde in questi quattordici mesi dall’insediamento porta a casa diverse misure che interessano l’automobilista, ma ne lascia in sospeso alcune fortemente richieste da tempo, anche se semplicemente accennate e di cui la praticabilità è tuttora da verificare.
Tramonta per il momento l’ennesima promessa della riduzione delle accise sui carburanti annunciata da entrambe i partiti di maggioranza, anche se in pochi ci speravano visto che è ormai percepito come un mantra che si sente da decenni ma solo in campagna elettorale.
Tramonta l’ipotesi di una riforma delle polizze RCA seppure appena accennata da Luigi Di Maio, così come la riforma del bollo auto da parametrare alla CO2 emessa, due proposte di sponda 5S. Al suo posto, l’ultima manovra economica ha portato ad uno sconto per le auto con più di 20 anni, un contentino di un certo buon senso, ma riservato a pochi.
Tra gli obbiettivi raggiunti del “contratto di governo” intorno al quale nel maggio 2018 si era formata la maggioranza M5S-Lega c’è invece il sistema di incentivi bonus/malus che prevede bonus per chi acquista elettriche o ibride e penalizzazioni secondo le emissioni di CO2 per buona parte delle motorizzazioni tradizionali. Nel primo decreto sicurezza di Salvini in qualità di Ministro dell’Interno è invece contenuta la norma che limita l’abuso di targhe straniere.
Il Governo Conte sarà ricordato come quello che ha avuto la responsabilità di gestire la tragedia del Ponte Morandi, con un decreto che ha predisposto una serie di misure eccezionali per la ricostruzione del viadotto e per il risarcimento dei danni provocati a privati ed imprese. Rimane ancora aperta la partita del M5S contro Atlantia, la holding proprietaria di Autostrade per l’Italia, alla quale si vorrebbero ritirare le concessioni autostradali che rappresentano una fetta ingente del budget della multinazionale in capo alla famiglia Benetton.
Sempre in tema di autostrade, in questo ultimo anno il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli è riuscito ad ottenere diversi blocchi dei rincari al casello e ad abbozzare una riforma del sistema tariffario che però con la crisi di governo non si sa che fine farà.
Ma il nodo più preoccupante da sciogliere rimane ancora quello dell’aumento dell’IVA al 25,2% previsto dalle clausole di salvaguardia del 2011, un aumento automatico che scatta se nella manovra economica di fine anno non sono previste misure straordinarie per disinnescarla, facoltà che però non potrebbe avere un governo nell’esercizio provvisorio delle funzioni.