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In queste ore Lega e Movimento 5 Stelle sono impegnati a stilare il cosiddetto “Contratto di Governo per il Cambiamento”, un accordo, ancora non ufficializzato, sulle politiche da adottare dal prossimo esecutivo.
L'agenzia Adnkronos ha diffuso una copia della seconda bozza che abbiamo consultato per scoprire cosa ha in cantiere il costituendo Governo Lega-M5S a cui il presidente Sergio Mattarella potrebbe dare il proprio benestare. Si tratta, spiega l'agenzia, di una bozza datata 15 maggio, per cui potrebbero ancora esserci aggiunte, variazioni e stralci.
Intanto, si legge nel testo, secondo la visione dei due leader Di Maio e Salvini «In tema di mobilità sostenibile è necessario avviare un percorso finalizzato alla progressiva riduzione dell’utilizzo di autoveicoli con motori alimentati a diesel e benzina di origine fossile al fine di ridurre il numero di veicoli inquinanti e contribuire concretamente al conseguimento e miglioramento degli obiettivi contenuti nell’accordo di Parigi».
Lega e M5S concordano dunque nella necessità di ridurre l'impiego delle motorizzazioni tradizionali. Per facilitare la transizione promettono incentivi: «È prioritario utilizzare strumenti finanziari per favorire l’acquisto di un nuovo veicolo elettrico a fronte della rottamazione - vendita di un mezzo con motore endotermico o per interventi di retrofit per veicoli a combustione interna.
Il contributo concesso, che dovrà essere attentamente aggiornato sulla base del tasso di diminuzione dei prezzi internazionali delle vetture elettriche, servirà anche come volano per il rafforzamento della presenza sul territorio di un sistema di vendita e dell’infrastruttura di ricarica», si legge nel passo successivo.
Nel contratto si parla, anche se non proprio esplicitamente, di una riforma che potrebbe toccare il bollo auto, il cui calcolo potrebbe allinearsi al metodo basato sulle emissioni di CO2 adottato da molti paesi europei: «Risulta necessario introdurre o sperimentare anche altre azioni di accompagnamento, quali ad esempio meccanismi premiali per l’incentivazione dei mezzi a bassissime emissioni, applicando la regola comunitaria del “chi inquina paga”», anticipa il testo.
La sharing economy, in questo caso nel settore dei trasporti, piace sia al partito di Salvini che a quello di Di Maio. Le due forze concordano sul fatto che sia «necessario concedere gli spazi pubblici per il car sharing a fronte di quote crescenti di vetture elettriche nella flotta».
Sul tema mobilità il contratto dice anche che «Occorre incentivare lo sviluppo delle reti ciclabili urbane ed extra urbane e di un sistema di bike-sharing capace di integrare differenti sistemi di mobilità su ferro e su gomma. Le ciclostazioni dovrebbero essere presenti in prossimità dei parcheggi intermodali, delle stazioni ferroviarie, metropolitane e degli autobus, nonché prossime ai siti di interesse turistico».
Molto sentito è il tema dell'IVA e delle accise sui carburanti: su queste ultime, al capitolo 10 si legge che se aumentassero sarebbe «un colpo intollerabile per famiglie e imprese». Nello specifico, sul costo dei carburanti, il prossimo governo giallo-verde intende «eliminare le componenti anacronistiche delle accise sulla benzina».
Per quanto riguarda la sicurezza stradale «È necessario l’aumento delle risorse per il piano nazionale di sicurezza stradale, ma altrettanto necessario la verifica dell’efficacia degli interventi attraverso le Regioni» e «Maggiori controlli con necessarie limitazioni sulle patenti straniere».
Le due forze concordano anche sul fatto che «Occorre prevedere, in aggiunta ai sistemi punitivi (i.e. punti patente), un sistema di premialità per chi non commette infrazioni alla guida (i.e. sconti sull’assicurazione RC, sconto sul bollo auto...)».