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Alzi la mano chi non ha trovato sospetto quel consiglio di acquisto o informazione proposta sullo streaming di un social, sulla pagina di un web magazine. Proprio inerente a quella cosa di cui non si è soliti parlare in pubblico, venuta in mente solo di recente. Magari servizi in tema con le necessità dello spostamento previsto, eppure… E’ noto ormai, come i dispositivi mobili acquisiscano ogni nostra azione sui loro touch, scoprendo cosa ci interessa con algoritmi che fanno centro. Anche quanto diciamo per eseguire comandi vocali può essere registrato, per non parlare dei nostri spostamenti tracciati precisamente come fossimo sotto un fuoco incrociato di rete e GPS. E le nuove auto, cosa sanno di noi? Certe autovetture ricche di dotazioni evolute invero raccolgono, o possono raccogliere, molti più dati di quanto si pensi.
In America è più noto il fatto anche perché le forze di polizia possano analizzare a fondo gli archivi dei sistemi elettronici in auto, per risolvere casi importanti che hanno poi visibilità nelle cronache. Di recente per esempio un omicidio senza testimoni è stato risolto grazie a quanto “tracciato” in vettura durante il fatto. Si parla di dati quindi, che le auto possono acquisire.
Molti, meno evidenti di quelli tipici della ricerca google o di un posizionamento su mappa, però precisi e descrittivi di quanto facciamo in abitacolo. Per esempio le nuove auto possono avere il consenso per acquisire non solo la localizzazione e la velocità, costantemente, ma anche la presenza di soggetti a bordo (su ogni sedile) il momento di apertura portiere o vani. Ovviamente poi i sistemi di bordo, registrano le voci. E i vostri dispositivi che connettete tramite BT? I sistemi di bordo della vettura sanno quando e come si sono connessi, tracciandone anche l’ID unico e magari qualche attività.
Chi garantisce la privacy di tutto questo in macchina? In teoria certe informazioni restano archiviate, fruibili con metodi nemmeno banali solo ai costruttori per sviluppare i sistemi, o alle forze dell’ordine per utilità pubblica. Però sovvengono molti dubbi, che passano dalla dovuta utilità pubblica ai fini privati non controllabili. In primis quelli di gelosia, per dirne uno che si adatta a certi controlli remoti e tracciature delle auto connesse. Ma ci sono anche e soprattutto interessi economici per il recupero dati non autorizzato dai sistemi di bordo delle vetture.
A oggi l’arma migliore per tutelarsi, oltre il viaggiare con una bella auto classica di proprietà, se possibile, è quella di evitare la condivisione di troppi dispositivi diversi ed auto diverse, facendo altro che non sia guidare o essere semplici passeggeri. Oppure conoscerne i sistemi a fondo e non lasciare dati in memoria, ove possibile. Ma non si possono annullare tutte le cronologie di comando, sia per la guida sia per gli accessori, come nemmeno certi stati o parametri. Per esempio avete circolato con gomme sgonfie (traccia il TMPS), tirato oltre il limitatore (registra la ecu motore), avuto un urto (restano in memoria airbag anche quelli minimi) e via dicendo fino alle memorie USB o BT lette dall'Infotainment.
Si attende al proposito qualche normativa o servizio garantito da Enti e Case auto, piuttosto che degli stessi concessionari: per la gestione dell’usato premium non solo da garantire, ma anche da “svuotare” se il cliente lo volesse.