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Qualcosa che Colin Chapman non avrebbe mai immaginato si muove, silenzioso e pronto a portare il marchio Lotus nel mondo BEV, nel mondo SUV, nel mondo delle auto prodotte in Cina, o con tanta “cinesità nell’hardware” ma tutto il carico di un passato europeo.
Che sono tutto il contrario delle appena pensionate piccole Elise, o altro di termico sportivo 100% british prodotto dalla Casa inglese, nel secolo scorso. Le ultime immagini dei prototipi in strada mostrano quella che viene ora detta Lotus Type 132. Lunghezza prossima ai cinque metri e indole sportiva vera, fuori come dentro. Tutti ci sperano, nella forte prestanza dinamica del nuovo modello e noi stessi ci crediamo, perché tutto può essere al giorno d’oggi… Ma una Lotus che non sia una Lotus tra le mani del conducente, no.
Detto tra noi e senza offese, estremizzando il giudizio pungente tra amici: più un carrettino che un pullmann, da guidare a occhi chiusi, anche se pesa una cifra e sotto ci sono due motori elettrici, dove non vibra nulla.
In questo Lotus, seriamente e guardando avanti, soprattutto sfruttando l'industria a cui si lega con pare mega batterie fino ai 120 kWh per generare 750CV, anticipa il filone degli UV sportivi. Per fare mercato, quelli che producono anche Lamborghini e Ferrari ormai. Con la differenza che, per via dei detti vincoli con la Cina, in Lotus vanno direttamente a batteria, anche se non siamo a ridosso del 2030.
Vedremo l'espressione sul viso dei primi tester esperti, nel senso di navigati e con decenni di guida anche in pista alle spalle, dopo la presentazione dinamica della Lotus Type 132 BEV. Per gli altri comunque, tanti ADAS in supporto per la sicurezza e quel nome, coniato da Chapman.