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Dopo aver corso nel deserto di Diriyah in un double-header, la Formula E si appresta a tornare in pista in un altro circuito cittadino, quello di Hyderabad. Le vetture elettriche si preparano ad una nuova sfida, in quanto si tratta di un tracciato le cui insidie sono ancora sconosciute. Quello che si terrà sabato 11 gennaio, infatti, sarà l’esordio in India del campionato full-electric. Analizziamo cosa ha in serbo per noi il Round 4 della Stagione 9.
La Stagione 9 ha aggiunto, alle numerose novità che ha introdotto nella nuova era, anche l’avvento di un nuovo circuito. Hyderabad si appresta però a essere molto di più che una semplice novità all’interno di un calendario sportivo. La sua aggiunta, infatti, si rivela come una novità assoluta del campionato delle elettriche in India. Il Greenko E-Prix di Hyderabad si connota di allettanti promesse per un Paese che, se si pensa agli eventi legati al Motorsport in generale ed in particolare alle monoposto, aveva già provato a fiorire in passato. Avevamo visto che l’India si era aperta alla Formula 1 dal 2011 al 2013 per tre edizioni, dominate da Red Bull e Sebastian Vettel in tutte le occasioni. In quel periodo, inoltre, c’erano anche sponsor indiani presenti sia nelle monoposto – Force India, ovviamente – che nei piloti – ci riferiamo ad una vecchia conoscenza per la Formula E, Karun Chandhok. L’indiano aveva corso in Formula 1 nel 2011, proprio la stagione della prima edizione del Grand Prix dell’India, prima di approdare nel campionato 100% elettrico per la sua stagione inaugurale, diventando il primo, e sinora anche l’ultimo, pilota indiano della categoria.
Hyderabad, con l’arrivo della Formula E, dà nuovamente al motorsport la speranza di raccogliere nuovi consensi e di estendersi in quello che è un territorio quasi inesplorato per le monoposto ricoprendo, con la sua importanza per l’India, come quarta città più grande e seconda più popolosa del Paese, il ruolo di un importante teatro per il Round 4. Di conseguenza, si intrecciano in questo E-Prix promesse e possibilità di portare all’attenzione il tema della sostenibilità dell’ambiente in India ed ingolosire il pubblico con un altro sport che non sia il cricket.
I due team che si approcciano all’E-Prix come quelli da tenere d’occhio sono Mahindra e McLaren. Mahindra è alle prese con il suo primo E-Prix di casa e avrà su di sé una pressione non indifferente. I suoi due piloti, di Grassi e Rowland, potranno correre davanti a 20mila spettatori pronti a sostenerli e ad incitarli e dovranno incantarli con un’ottima gara. Questa si prospetta come un’occasione d’oro per il team, che può così convincere gli sponsor presenti ed attirane di nuovi.
McLaren è invece chiamata ad una conferma. Il team con base a Woking, infatti, ha iniziato la sua stagione di esordio in Formula E con il botto. Sin dalla prima gara a Città del Messico ha impressionato per la qualità di macchina e piloti, sembrando quasi un erede del team Mercedes. In comune i due team hanno la provenienza dei componenti in quanto, dopo l’addio della Freccia d’Argento al campionato elettrico, molti elementi del team sono approdati in McLaren. Un altro elemento è costituito dalla capacità di entrare nello sport a testa alta senza lasciarsi impaurire dall’ “anzianità” degli avversari. Mercedes è rimasta in Formula E solo per due stagioni e le ha vinte entrambe: McLaren sarà capace di ripercorrerne le tracce?
È ancora presto per dirlo ma nel frattempo il team di Woking è già migliorato. Rispetto al già interessante quinto posto di Hughes in Messico, McLaren ha conquistato all’interno di un cittadino difficile come Diriyah la sua prima pole, sempre con il pilota inglese, ed il suo primo podio con Rast. Gli occhi sono puntati addosso al team papaya per vedere cosa riuscirà a tirare fuori dal cappello in un E-Prix in cui parte dallo stesso livello di tutti gli altri, essendo la prima volta su quel circuito per tutti.
A proposito di circuito, andiamo a conoscere meglio il nuovo arrivato della categoria full-electric. Il tracciato di Hyderabad sarà nuovamente un cittadino. Questa scelta non sorprende, in quanto muoversi all’interno delle città è l’obiettivo principale della Formula E ed inoltre permette di sfruttare appieno le monoposto. Il percorso si snoda intorno al Lago di Hussain Sagar per una lunghezza di 2.835 metri, passando dal Lumbini Park.
La caratteristica principale del layout del circuito indiano è la sua difficoltà tecnica. Sono presenti, infatti, 18 curve che sono conformate in modo da risultare ancora più complicate da gestire di quello di Diriyah e questa volta non ci sarà un double-header ad offrire una seconda possibilità. Le curve da tenere maggiormente d’occhio sono la 1, la 2 e la 14 , le quali saranno cruciali per mettere in evidenza le capacità di team e piloti, ma l’intero percorso è ad alta velocità con alcuni momenti di frenata brusca.
Un pilota da tenere d’occhio è sicuramente il vincitore dell’intero weekend in Arabia Saudita, l’alfiere Porsche Pascal Wehrlein. Il tedesco, infatti, ha conquistato la vetta della classifica piloti soffiandola a Jake Dennis su Andretti sia come prestazione generale, andando a vincere entrambi i Round 2 e 3 a Diriyah che in pista in un confronto diretto durante il Round 3. Il pilota Andretti, infatti, era riuscito a risalire in classifica fino a raggiungere la Porsche e a sfiorare la vittoria ma il tedesco ha mantenuto i nervi saldi ed è andato a superare la linea del traguardo in prima posizione.
Con una simile prestazione, una performance che vale doppio, Wehrlein ha messo in evidenza il suo talento sui layout cittadini. Il tedesco dovrà tentare di arginare l’impetuoso Dennis, desideroso di riconquistare la leadership del campionato e vincere il prossimo E-Prix confermando lo stato di forma di una vettura in crescita.
Pascal Wehrlein dà il massimo sui layout cittadini ma c’è qualcun altro che invece si è dimostrato sempre dominante quando si corre in Asia. Un altro pilota da tenere assolutamente d’occhio per la vittoria dell’E-Prix di Hyderabad è indiscutibilmente Sam Bird. Il pilota di Jaguar, infatti, ha un palmares di tutto rispetto in questa categoria.
In Asia, infatti, l’inglese ha vinto ben 4 volte, diventando il pilota di Formula E più vincente in assoluto in questo continente. L’alfiere Jaguar ha vinto 2 volte a Diriyah (Arabia Saudita), una a Putrajaya (Malesia) ed una a Hong Kong. Bird è un pilota che riesce sempre a trovare un grande ritmo in gara e questo è particolarmente importante sui layout asiatici, considerando anche che le estreme condizioni climatiche dei luoghi in cui si corre: solitamente caldissime di giorno, gelide di notte e con una grande umidità che sfianca i piloti. Inoltre, un’altra delle “armi segrete” del pilota inglese è la sua bravura nel gestire l’energia, riuscendo a calcolare con precisione l’energia necessaria per arrivare a fine gara nelle migliori condizioni possibili.
In questa stagione appena iniziata, Bird non è ancora riuscito ad assicurarsi una vittoria. D’altronde, su tre round ci sono stati due vincitori, Dennis con Andretti e Wehrlein su Porsche, ma il pilota sta comunque dimostrando di essere pericoloso, riuscendo a riportare la sua Jaguar sul podio.