Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
L’E-Prix di Cape Town si è rivelato un’aggiunta preziosa per la Formula E, grazie ad uno dei layout più veloci mai esistiti nella categoria full-electric. Ci sono stati diversi colpi di scena e non tutti però sono avvenuti sulla pista: le scuderie Mahindra e Abt Cupra, per esempio, sono state costrette al ritiro sia dalle qualifiche dalla gara per un problema tecnico alle sospensioni posteriori. Questo difetto di design si è rivelato una minaccia alla sicurezza tale da non poter essere risolto in breve tempo e da rendere preferibile l’idea del ritiro a correre su un circuito nuovo e stuzzicante.
La decisione ha reso scontento anche il pubblico della prima tappa di FE sudafricana della storia, in quanto era presente nella line-up di Cupra il sostituto di Frijns, il pilota di casa van der Linde.
Era appena terminata la seconda sessione di prove libere quando un meccanico del team Cupra ha notato qualcosa di sospetto alle sospensioni posteriori dell’auto di Nico Muller. Queste componenti, infatti, presentavano una flessibilità eccessiva, che avrebbe potenzialmente messo a rischio la funzionalità e, di conseguenza, portato il pilota a sbandare a tutta velocità o a fermarsi all’improvviso su uno dei circuiti più veloci mai avuti dalla Formula E.
La segnalazione dell’incongruenza ha immediatamente allertato Mahindra, fornitore di Cupra non solo del motore di per sé ma dell’intero pacchetto motoristico compreso di tutte le sue componenti. Sono quindi intervenuti il direttore tecnico del team indiano Lewis Butler e diversi ingegneri, i quali hanno studiato attentamente le sospensioni posteriori incriminate per venire a capo del problema.
Un’iniziale ipotesi era che l’anomala flessibilità fosse stata causata da un contatto, possibilità esclusa quasi subito, per lasciare il passo all’incertezza. L’unico dato certo era che quelle sospensioni posteriori non erano più dotate della propria integrità strutturale. Studi più approfonditi, per quanto concesso dal poco tempo a disposizione e dalla mancanza delle possibilità di controllare il problema con le tecnologie presenti nella propria fabbrica, hanno reso evidente il difetto sulle sospensioni posteriori del progetto motoristico M9Electro.
Una volta rivelata la natura del danno, che risiede appunto non in un caso dovuto ad un incidente ma della progettazione di una componente, Mahindra e Cupra hanno dovuto correre ai ripari.
Sebbene fosse una decisione ardua da prendere e dalle conseguenze di cui tratteremo a brevi pesanti, i due team hanno preferito salvaguardare la sicurezza dei propri piloti ed annunciare il ritiro.
“Poteva non succedere nulla così come poteva succedere qualcosa di grave e non ce la siamo sentiti di rischiare su uno dei circuiti più veloci della Formula E, - ha dichiarato il team principal Mahindra nonché ex uomo FIA Frederic Bertrand a seguito del ritiro della sua scuderia. – La sicurezza dei nostri piloti e quella dei nostri team clienti è della più grande importanza.”
Una volta escluso l’errore dovuto ad un contatto, agli ingegneri indiani resta da determinare quale sia la causa di tale problema e se sia meccanica o procedurale. Per appurarne la natura, gli ingenero dovranno ricorrere a stress test e procedure di analisi delle componenti finiti su tutto il progetto M9Electro, un percorso di studio che sicuramente non avrebbe potuto avvenire di corsa nel box senza nemmeno le tecnologie adatte.
Si pensa, attualmente, che a fare scoppiare il difetto abbia contribuito l’asfalto di Cape Town, particolarmente dissestato, ma non ne abbiamo ancora la certezza.
Appare importante sottolineare come dietro alla progettazione dell’elemento, tuttavia, mancassero le indicazioni della FIA o del regolamento tecnico su cui si basano le nuove vetture della Gen3. Il design della zona delle sospensioni, infatti, è uno dei pochi campi che la commissione tecnica aveva lasciato libero ed è spettato a Mahindra effettuare il design all’interno della propria struttura.
Questo “scherzo” costerà caro al team indiano e al suo team cliente. Durante la pausa di quattro settimane che separa l’E-Prix di Cape Town dal prossimo del Brasile, la Casa indiana con base a Banbury dovrà condurre ulteriori analisi fino ad effettuare dei cambi all’ultimo momento del design delle componenti, per poi omologare di nuovo la sua macchina. A seguito di ciò, è quasi certo che Mahindra e Cupra subiranno delle penalizzazioni per il cambio del design delle sospensioni.
Rimaniamo in attesa di vedere quali soluzioni il team riuscirà ad adattare, sperando che la Gen3 non mostri altri segnali di debolezza e soprattutto che questo non avvenga in pista, mettendo a rischio i piloti.