Extreme E. Tra Sardegna e UK, Pre-Bilancio e Proiezioni

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X Prix Island Evento particolare, sfondo “neutro” per un’analisi facile (come certi vini sardi). Punti di forza e debolezze, impegno e difficoltà oggettive, impasse di crescita. Nel mini-mondo Extreme E di ABT Cupra lo spaccato della realtà
13 dicembre 2021

Post-Teulada, Sardegna, Mediterraneo, Dicembre. Ormai pochi giorni alla prova conclusiva del circuito Extreme E anno zero (e 1 tutto insieme). L’epilogo, inizialmente programmato in Patagonia, è spostato più a portata di mano, sulla costa Sud del Regno Unito e precisamente a Bovington, e rinominato Jurassic X-Prix, voglio augurarmi non in onore della Regina. Un po’ quel che è successo all’X-Prix Island, inizialmente Amazon X-Prix fissato esoticamente in Brasile e poi recuperato al centro del Mediterraneo per la gioia di tutti e soprattutto nostra.

Organizzare una prova di “Mondiale” all’interno di una base militare, per di più storicamente blindata come Capo Teulada, mette a nudo il reale valore degli organizzatori e la reale portata dell’Evento. Quando si abbassa la bandiera a scacchi della manifestazione vuol dire che si è già superato a pieni voti il “test” di una lunghissima e incerta corsa a ostacoli. Quindi diciamo subito: in Sardegna tutto bene. Super bene (grazie anche ai gladiatori del WRC in Sardegna). Organizzazione, evento, risultato. In più, grazie alle circostanze, eccoci a guardare al presente dell’Extreme E, proiettato nel futuro, attraverso la prospettiva privilegiata di una finestra aperta e senza obiezioni alla vista.

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Ne abbiamo ricavato un quadro abbastanza esauriente, e in ogni caso interessante, chiaro. Alejandro Agag, “The Creator”, ha fatto un gran lavoro, bello o brutto si vedrà più avanti, ma si direbbe… Agag ha cercato di pensare a tutto e di esplorare anche le “rughe” di una regione sportiva tutta nuova, con il proposito di farne un fenomeno esemplare e di vasta portata. Diciamo che ha sfruttato un’onda particolarmente favorevole, la verginità entusiasta del tema elettrico, ma anche che non si è limitato a sfruttarne le creste più facili dei luoghi comuni. È rimasto con i piedi ben saldi sulla tavola da onda che lui stesso aveva immaginato e costruito.

Adesso, alla fine della prima stagione, emergono un paio di questioni chiave dell’impianto. La sua reale sostenibilità e il rapporto con il pubblico.

Dal punto di vista della sostenibilità la “filiera” Extreme E è… estremamente costosa, ed è economicamente giustificata solo in termini di immagine e investimento tecnologico. In altre parole dire Fuel Cell è facile, ma se si dovesse sapere quanto costa attualmente questa tecnologia, ecco, scopriremmo che siamo ancora lontani dal vederla alla portata di tutti. Allo… scoperto, per fortuna, oggi pensano gli sponsor, tutte entità direttamente interessate al tema e disposte a investire.

Formula e costi diventano materia ancor più complessa quando si tirano dentro altri aspetti, per esempio pubblico e trasporti. Un pregio di Agag, che alcuni definiscono una “macchina mangiasoldi”, è che parla realisticamente, dice quel che pensa infischiandosene della forma. Ed eccoci ai due aspetti agganciati saldamente al coronamento della serie. 1. Trasportare l’intera logistica da un continente all’altro con i mezzi tradizionali, container, porterebbe via un tempo immane e costerebbe una follia. Follia per follia, ecco la St. Helena, ex nave postale convertita a HQ e bettolina di trasporto dell’intero impianto logistico, Super SUV compresi. Anche la nave è stata oggetto dell’Educazione” Agag, ed è spinta da grossi diesel convertiti, tuttavia, all’utilizzo dell’ultima generazione del gasolio, lo chiamano “champagne”. Attenzione e cura del particolare. 2. Il pubblico. Spettatori “disorganizzati” e “individualisti” costano in termini di impatto di CO2. Quindi la prima idea di Agag era quella di una formula senza spettatori. Dite voi se non è una posizione “scandalosa”, oggi che si proclama con disarmante disinvoltura di far tutto per il meraviglioso pubblico! L'idea rivisitata è, invece, quella di organizzarne la ricezione in termini di distanze e mezzi. Ecco “giustificati” gli eventi come Sardegna e Inghilterra più alla portata almeno di un'"isola" di pubblico. L’atteggiamento di Agag è semplice e coerente, l’attitudine a non sotterrare la spazzatura dietro casa.

Quindi qualcosa, forse molto, cambierà.

Occupiamoci anche della prospettiva tecnica e tecnologica. Il cammino della seconda è basilare, segnato e non cambierà di una virgola. Tutto quel che è possibile generare in termini di “power” e di “save” verrà realizzato in proprio, in loco e autonomamente. Più l’esempio e l’ideologia si allargano e più ci si avvicinerà ad una soluzione universalmente realistica, replicabile su larga scala. Tecnicamente, invece, i Super SUV Odyssey 21 hanno mostrato di soffrire di problemi più che altro “tradizionali”. Peso, sospensioni, sterzo, servo assistenze. Niente di nuovo, e si immagina tutto come conseguenza delle deformazioni di progetto intervenute strada facendo, “miglioramenti” che in realtà hanno solo spostato il problema da un particolare all’altro. Quindi sappiamo oggi che, alla fine del primo Campionato, tutte le Auto saranno sottoposte a un upgrade, dicono facile (come certi del Nord considerano certi vini sardi) e ripartiranno in una configurazione 2.0 che dovrebbe eliminare gran parte delle “noie” (chiamatele così e Carlos Sainz Sr. vi manderà a quel paese!).

Come abbiamo “scoperto” tutto questo? Semplicemente osservando e riferendoci alle pubbliche “riflessioni” dei protagonisti. Abbiamo lasciato in pace, appunto, l’indispettito “Matador”, ma abbiamo sentito le gioiose debuttanti Christine GZ e Laia Sanz insieme al cupo, ma estremamente competente, David Richards (ProDrive, non il chitarrista dei Rolling), poi ci siamo concentrati su due assi nella manica che non era difficile individuare: Jutta Kleinschimidt e Mattias Ekstrom, i Piloti del Team ABT Cupra Extreme E. Jutta è l’ingegnere, collaudatore, tecnico FIA e Pilota unica donna ad aver vinto la Dakar (nel 2001 facendo indiavolare Masuoka e Schlesser) e Mattias è uno che ha guidato di tutto vincendo con tutto. Chiedete a loro e saprete, abbiamo chiesto e saputo.

© Immagini Red Bull Content Pool - Xtreme E - Cupra Media - PB

L’Auto: Odyssey 21 Electric SUV 

È una “belva” ispirata esteticamente, e in parte anche nella “ciclistica”, agli ultimi dettami delle opere meccaniche della Dakar. È stata avvistata per la prima volta nel 2019 al Goodwood Festival e sviluppata con i partner francesi di Spark Racing Technology. Poche le guidelines imposte da Alejandro Agag, l’argentino deus ex machina dell’Extreme E: full electric, full terrain, potenza e coppia da primato. Risultato, un super SUV di una tonnellata e mezza capace di 400 kw (550 cavalli, e volendo oltre), 1.000 nm, 0-100 in 4 secondi o poco più. C’è anche un bottone che scatena un extra power per un tempo limitato per ogni giro. Un mezzo molto speciale e inedito, dunque, fortemente ispirato alle GP del Deserto ma anche alle Formula E. Ma la “matrice Agag” è garanzia di avanguardia e originalità.

 

Il Format di Gara.

Percorso naturale… “improved” con salti, guadi, terrapieni, dune

2 Giorni di Gara, Sabato e Domenica

Sabato. 2 Manche per ogni Team, Qualifica 1 e Qualifica 2, punteggio

Domenica. Semifinale 1, Semifinale 2 (Crazy Race), Finale

2 Giri del tracciato per ogni Gara. 1 giro l’uomo, l’altro la donna, lo “switch” è parte della Gara

Risultati “visibili”, sull’ordine di arrivo, non sui tempi della manche

Extreme E Season 1. Gli Episodi: 

Episodio 1. Desert X Prix: AlUla, Arabia Saudita, 3-4 Aprile 2021
Episodio 2. Ocean X Prix: Lago Rosa, Senegal, 29-30 Maggio 2021
Episodio 3. Arctic X Prix: Kangerlussuaq, Groenlandia, 28-29 Agosto 2021
Episodio 4. Island X Prix: Sardegna, Italia, 23-24 Ottobre 2021
Episodio 5. Jurassic X Prix: Bovington, UK, 18-19 Dicembre 2021

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