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Quanti mezzi sono nati dagli anni Quaranta, per tutto il secolo scorso, su base del mitico Maggiolino VW! Tra le declinazioni meno note, sfruttate alla nascita dal nazismo per usi militari, quello strano veicolo che faceva sembrare i soldati tedeschi in…. Vasca da bagno.
Ma la Schwimmwagen serviva proprio per non farlo, il bagno. Qualora le truppe avessero necessità di attraversare fiumi o piccoli laghi, questo veicolo che poteva vantare sia la trazione integrale, sia l’elica, permetteva passaggi non da tutti. Procedeva su strada come in acqua e per spingerlo, in entrambi i casi, ci pensava il motore: posteriore boxer 4 cilindri 1.1, similare al futuro Maggiolino, da circa 25CV.
La “macchina che nuota” typ 166 ha tra i suoi papà, come il Maggiolino, l’illustre Ferdinand Porsche. Pare ne siano state prodotte oltre 14mila, usate principalmente per ricognizione e trasporto, non in conflitto diretto.
In realtà questo veicolo semplice con carrozzeria stagna, d’ingombro 3.82 metri (più della contemporanea Jeep americana) peso a vuoto 900 kg (circa 100 meno della Jeep) che raggiungeva massimo gli 80 km/h (10 km/h in acqua) era una derivazione Kubelwagen. Era quello il mezzo militare più diffuso della Seconda Guerra mondiale a sua volta evoluto dalla KdF-Wagen.
Molti di quegli anfibi andarono fuori Germania nelle campagne espansive del Terzo Reich, specialmente in Russia e alcuni qui caddero, in mano degli alleati. Istantaneamente sono divenuti pezzi da collezione. Tra le doti Schwimmwagen non solo la solidità ma anche l’autonomia, di oltre 500 km. Similare, sulla carta, a quella di una nuova ID.3 (qui la prova) S con batteria da 77 kWh.
Degno di menzione, nella storia del Maggiolino in produzione seguente per il pacifico popolo, l’uso anfibio fatto del mitico Kafer per attraversare lo stretto di Messina, a inizio anni Sessanta. In questo episodio più simpatico, la vettura era palesemente Messina-Kafer (medesima carrozzeria, solo saldata a puntino per farla galeggiare senza imbarcare acqua) poi esposta in quel di Wolfsburg, al museo.
Detto tra noi, avendo già provato in anteprima la prima variante della rivoluzionaria auto elettrica VW anni Venti, siamo certo curiosi di saggiarne la versione anfibia, se davvero qualcuno ci volesse pensare sul serio.
Assetto rialzato e trazione integrarle non sono un problema, per farla capace di uso su sterrati vicini a fiumi e laghi. L'allestimento ermetico delle parti elettroniche un po' più laborioso... Ma tutto possibile, magari adattando la base già buona della ID Buggy.