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Chi si ricorda più delle colonnine elettriche a carica rapida sulla rete autostrade, destinate a rendere possibili anche gli spostamenti a medio-lungo raggio delle vetture a zero emissioni?
La legge di Bilancio 2021 ne indicava l'installazione in almeno il 30% delle stazioni di servizio entro la metà dell'anno, ma ad oggi siamo lontanissimi da tale traguardo.
Una situazione che ha spinto Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel X, a denunciare il mancato raggiungimento dell'obiettivo, che non consente di rispettare una specifica direttiva comunitaria, la Dati, ed esponendo tra l'altro il nostro Paese ad una potenziale apertura di istruttoria per infrazione.
Forse anche per questo motivo, pur in assenza di provvedimenti operativi diretti, il Governo ha inserito nel DDL Concorrenza un richiamo al problema: giusto tre righe per prevedere gare per l’installazione delle colonnine HPC (High Power Charging), capaci di ricariche con potenza fino a 300 kW, potendo potenzialmente ridare almeno l’80% della capacità alle auto elettriche, in circa 15-20 minuti, il tempo per un caffè ed una sosta ai servizi, insomma.
Ricordiamo che il PNRR destina ben 740 milioni di euro per l’installazione di 21.400 punti di ricarica fast e super-fast entro il 2026.