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Il gigante cinese BYD ha messo in crisi i costruttori automobilistici europei con le sue auto, portando l'Unione Europea a valutare l'imposizione di tariffe sui produttori automobilistici cinesi dopo un'indagine sulle pratiche anticoncorrenziali.
Secondo la ricerca del Rhodium Group, è stata calcolata l'entità della tariffa necessaria per frenare l'avanzata dei veicoli elettrici cinesi in Europa. Le vetture elettriche, come quelle delle BYD, hanno conquistato una fetta di mercato in Europa a un ritmo impressionante. Le importazioni dell'UE di veicoli elettrici cinesi sono aumentate da 1,6 miliardi di dollari nel 2020 a 11,5 miliardi di dollari nel 2023 e, secondo il report, si prevede che le auto elettriche cinesi rappresentino un quarto di tutte le vendite di veicoli elettrici del Vecchio Continente (2024).
Ciò è dovuto ai vantaggi competitivi delle case automobilistiche asiatiche - come la completa gestione della catena di approvvigionamento da parte di BYD - con particolare enfasi sull'approvvigionamento delle batterie. Inoltre, mentre i costruttori automobilistici cinesi godono di enormi profitti in Europa, grazie alla guerra dei prezzi che spinge i margini di guadagno al minimo in patria, i concorrenti europei sono in difficoltà.
Il CEO di Tesla, Elon Musk, ha sottolineato l'estrema competitività delle compagnie automobilistiche cinesi, affermando che senza barriere commerciali, esse potrebbero dominare il mercato globale. Tuttavia, l'imposizione di tariffe da parte dell'UE potrebbe non essere sufficiente per frenare l'ascesa dei produttori cinesi e, nonostante si impongano tariffe del 15-30% sulle vetture cinesi, queste potrebbero non scoraggiare abbastanza i produttori dalla vendita in Europa.
Rhodium Group stima che per rendere il mercato europeo poco attraente per gli esportatori cinesi, potrebbero essere necessarie tariffe fino al 40-50%, e forse ancora di più per i produttori verticalmente integrati come BYD. Tuttavia, tali tariffe sono attualmente non praticabili a causa delle regole dell'OMC con cui l'UE commercia attualmente con la Cina. Pertanto, l'UE potrebbe rivolgersi a "strumenti non tradizionali" per proteggere i produttori automobilistici locali, come restrizioni basate su fattori ambientali o di sicurezza nazionale.