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La Brebemi si prepara a diventare la prima grande via di comunicazione a emissioni zero. Entro la fine di luglio, accanto al castello di Chiari Ovest, sarà completata l'installazione dell'anello di un chilometro sul quale sarà sperimentata la sostenibilità dei sistemi di alimentazione elettrica a induzione dinamica. A novembre, sarà calcato da una Fiat 500 elettrica, da un bus Intercity Iveco e da una Jeep Renegade 100% green. Tra i sostenitori del progetto ci sono Mapei e Pizzoni, per le tecnologie di copertura; Abb, per l’apparato elettrico; Fiamm, per i sistemi di storage; Tim, per l'infrastruttura digitale; e Stellantis e Iveco, naturalmente, per i mezzi.
«Delle tre ipotesi di elettrificazione - spiega il presidente di Brebemi, Francesco Bettoni, al Corriere -, il Politecnico ha scelto l’induzione dinamica perché si tratta di una tecnologia più flessibile e sostenibile. Che si basa su un semplice solco di 80 centimetri praticato nell’asfalto, necessario a posare le spire per il collegamento elettrico. In questo modo, i veicoli elettrici di nuova generazione potranno ricaricare il proprio pacco batterie direttamente in marcia». Contemporaneamente, si sta lavorando alla costruzione di un parco fotovoltaico per alimentare le due corsie elettrificate.
Si tratta di un'operazione che, come l'installazione delle colonnine fast charging nelle aree di sosta a Caravaggio, rientra nel piano di rilancio della Brebemi. Che, a causa del COVID-19, ha concluso il 2020 con 95,7 milioni di euro di perdita. Per raggiungere il break even di 80.000 veicoli al giorno, la strada è ancora lunga. Al momento, ne circolano circa 25-30.000. Forse proprio l'accelerazione verso l'elettrico potrebbe consentire una specificità non da poco su cui far leva dal punto di vista commerciale.