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Bonus Isee per l'acquisto di auto elettriche? Riprova, sarai più fortunato.
Il provvedimento slitta: forse a fine anno, più probabilmente non prima del 2022.
È la conseguenza di una “distrazione” da parte del redattore dell’emendamento (ed anche dei suoi colleghi che l'hanno votato...), che ha dimenticato di inserire al suo interno la specifica sul meccanismo di attivazione del credito d’imposta a favore delle concessionarie che, vendendo l’auto, acquisivano il diritto di non pagare tasse per la stessa cifra del bonus.
Il problema viene segnalato da Giuseppe Chiassese, deputato del Movimento 5 Stelle: «Nell'ultima legge di bilancio quando è stato depositato l'emendamento votato ed approvato, è sfuggito che lo stesso emendamento non prevedeva in maniera specifica il meccanismo del credito di imposta per le concessionarie».
Lo strumento fiscale, relativo al solo acquisto di auto elettriche, rispetto al classico ecobonus prevede che per usufruirne non serve un'auto da rottamare, con lo sconto legato al reddito: nello specifico, l'auto elettrica da acquistare doveva costare meno di 30.000 euro al netto dell’IVA (quindi circa 36.000 euro) e l'acquirente doveva avere un reddito Isee non superiore ai 30.000 euro: in presenza di tali condizioni, lo sconto sarebbe stato erogato direttamente dalla concessionaria, riducendo il prezzo finale per l'acquirente e recuperando poi la differenza attraverso il credito di imposta.
Proprio quest’ultimo passaggio, non definito nell’emendamento, ha bloccato il meccanismo: «Non è stato esplicitata la formula di attivaziome - continua Chiassose - che funziona molto bene ed è già prevista per gli altri tipi di bonus. A quel punto bisognava modificare l'emendamento durante la conversione in legge del Decreto Sostegni bis, ritornando sul provvedimento durante l'esame in Commissione bilancio e inserendo il concetto del credito di imposta. Ma questa riformulazione non c'è mai stata».
Il Movimento 5 Stelle intende ripresentare l’emendamento in occasione del primo provvedimento utile, aspettando poi aspettare i tempi burocratici del decreto attuativo e la registrazione alla Corte dei Conti.
«Considerando questi elementi - chiude Chiassose - i tempi sono destinati ad allungarsi e l'attuazione della misura potrebbe slittare al 2022».