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La notizia più recente è quella di Porsche, che valuta più siti tedeschi per attivare fabbriche di assemblaggio batterie. Non di quelle esagerate, con capacità di 100 megawattora all'anno, sufficiente per circa 1.000 auto ed il primo step previsto è nel 2024. Poche? Troppo tardi? Intanto loro sono Porsche e nel Baden-Württemberg si potrebbe consolidare un nuovo filone lavorativo in chiave premium che rende viva una parte di filiera auto per ora troppo sbilanciata in Asia.
Sono piccoli segnali, ma ci sono e parlano la lingua locale (è coinvolta BASF). Anche altre Case auto europee meno di nicchia stanno investendo nella produzione di batterie locali, tra Germania ed est-Europa soprattutto. Solo prossimamente toccherà a Spagna e Francia, per il mondo generalista di vari marchi. I motivi della nuova rotta sono molti, in primis è evidente il messaggio propositivo, politico e finanziario. Poi si è “scoperto” che verrebbe anche più controllato e tutelato da brutti scossoni il ciclo di approvvigionamento, ora molto dipendente da produzioni estere.
Viene da dire che chi ha programmato già da qualche anno la rivoluzione dell’auto per gli anni Trenta, non poteva non sapere o prevedere certe necessità, anche senza pandemia di mezzo. Intanto, i politici locali si battono per accaparrarsi investimenti e attività che creano valore in casa propria, con la parte centrale e orientale del continente avvantaggiata rispetto non solo al nostro Bel Paese. Ungheria e Polonia in primis. Il Gruppo VW, leader dell’elettrificazione teoricamente popolare, parla di ben sei grandi fabbriche di batterie in Europa entro il 2030, per 240 gigawattora l’anno. Persino la (data per morta) Ford e i coreani di SK Innovation, uniti in una JV, realizzeranno in Europa un impianto di produzione batterie.
Al momento, progetti da concludere a parte, ci sono le seguenti grandi fabbriche di batterie auto in Europa:
- CATL, in Germania, che fornisce soprattutto BMW, Mercedes, VW e Volvo;
- Samsung, in Ungheria (fornitrice di BMW, VW e Volvo)
- SK in Ungheria (fornitura Hyundai, Mercedes e VW)
- LG in Polonia (forniture per Mercedes, Porsche, VW, Renault, Volvo e JLR)
- NorthVolt in Svezia (BMW e VW)
- Tesla, in Germania.
E i tanto chiacchierati chip? Un termine che vuole dire troppe cose diverse, ma dopo la crisi e le ripercussioni sulla produzione, per carenza di forniture e aumento prezzi, stesso percorso delle batterie per alcuni produttori targati nel Vecchio Continente. Stessa lingua, tedesca, che prova a sostituirsi a quella asiatica quindi. Infineon, colosso dei chip, apre con anticipo di alcuni mesi un nuovo impianto per componenti elettronici integrati (semiconduttori) in Austria, a Villach. Lavora in staffetta con quello tedesco di Dresda e compensa la crisi di quelli, lontani, delle Americhe e in Malesia.