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Per tutti quelli che ancora nutrono dubbi sulla reale, prospettiva di un futuro della mobilità fatto di automobili che guidano da sole, c'è oggi una notizia che di tutte le perplessità forse è destinata a farne un bel falò.
Parliamo, ovviamente, di Tesla, o meglio, di Elon Musk, che ha deciso di premere l'acceleratore e aprire il portafogli (ancora non si sa di quanto, ndr) per portare nell'orbita del suo business automotive DeepScale, una società fondata nel 2015 nella Silicon Valley, a Mountain View per l'esattezza, la stessa città che ospita la sede di Google, per intenderci.
DeepScale è specializzata in soluzioni hardware e software che rientrano nella computer vision, vale a dire tutto ciò che consente di rendere le macchine sempre più abili nell'osservare il mondo circostante e interagire con esso, nelle più disparate circostanze.
È facile, dunque, intuire che molte delle tecnologie che già oggi sono presenti nel portfolio dell'azienda verranno sfruttate per migliorare l'apparato che sta dietro l'evoluzione della guida autonoma dei mezzi Tesla.
D'altra parte, lo stesso Ceo e fondatore dell'azienda acquisita, Forrest Iandola, sul suo profilo Linkedin ha annunciato di aver già incontrato il team Autopilot di Tesla e di essere pronto ed entusiasta di lavorare con quelle che ha definito “le menti più brillanti nel campo del deep learning e della guida autonoma”.
Secondo gli analisti, l'acquisizione rappresenta un primo passo verso l'intento mai nascosto di Elon Musk di dare vita a una nuova generazione di mezzi privati che, tuttavia, quando non sono utilizzati dai proprietari, sono a disposizione della collettività per il trasporto pubblico: veri e propri robot-taxi gestiti da una versione evoluta delle attuali piattaforme per il ride-sharing.