Tesla, proteste in Germania contro la Gigafactory

Tesla, proteste in Germania contro la Gigafactory
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Proteste nel Brandeburgo per la Gigafactory di Tesla in Germania: preoccupazione per l'impatto ambientale della costruzione della fabbrica
20 gennaio 2020

Proteste contro la Gigafactory di Tesla in Germania: circa 250 persone sono scese in piazza nella periferia di Berlino, dove sorgerà la nuova fabbrica della casa di Palo Alto. Secondo i manifestanti, la Gigafactory potrebbe mettere a repentaglio le risorse acquifere e la fauna locale. «Siamo qui e siamo rumorosi, perché Tesla ci sta rubando l'acqua», questo l'urlo, riportato da Bloomberg, di chi si oppone alla costruzione dello stabilimento.

Lo scorso novembre, Tesla ha annunciato l'intenzione di costruire una Gigafactory in Germania, più precisamente vicino al nuovo aeroporto di Berlino, Brandenburg, al momento ancora non aperto al pubblico. La notizia aveva raccolto il favore degli esponenti politici locali, dei sindacati e delle associazioni di settore: la fabbrica, dopotutto, creerà molti nuovi posti di lavoro in zona. Dello stesso avviso non sono i manifestanti, preoccupati delle conseguenze ambientali della costruzione della fabbrica. 

Le proteste sono nate dalle dichiarazioni di un'associazione locale, che sostiene che l'arrivo della Gigafactory potrebbe portare all'esaurimento delle risorse idriche locali e a problemi nello smaltimento dei liquami. Questo in un contesto in cui l'acqua a disposizione sta diminuendo. La costruzione della fabbrica di Tesla implicherebbe anche l'abbattimento di circa 300 ettari di alberi, una deforestazione che, spiegano i manifestanti, avrebbe conseguenze negative sulla fauna locale, privata del proprio habitat. 

C'è però anche chi è sceso in piazza per accogliere Tesla nel Brandeburgo: un capannello più piccolo di persone ha deciso di sostenere la casa di Palo Alto, che, a loro dire, rappresenta il futuro del territorio. Resta da vedere quanto le proteste possano influire nella costruzione della fabbrica; molto probabile che l'ostacolo maggiore non riguardi le manifestazioni, ma lungaggini burocratiche. La concessione delle autorizzazioni necessarie alla costruzione della fabbrica, infatti, potrebbe far ritardare l'inizio dei lavori, previsto per il primo trimestre del 2020. 

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