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Detto – fatto: nel 2018 Model 3 come “se piovesse”. Perdonateci l'espressione, ma davvero troppo se ne era parlato di questo TeslaTarget 5000. Quindi la giovane e rivoluzionari azienda è divenuta vero grande produttore di auto, capace di sfidare gente con un secolo di storia in più alle spalle? O si tratta solo di un bel “boost” che supporta l’ennesima risalita finanziaria, dopo l’altalena degli ultimi sei mesi?
Intanto, giustamente, anche il buon Musk era in azienda l’altro giorno, per vedere il contatore toccar quota 5-mila Model 3 prodotte in una settimana e i mercati rispondere positivamente nelle quotazioni dei suoi titoli finanziari. Subito però, chi rema contro Tesla punta il dito ricordando quanto ritardo e quali sacrifici si sono accumulati, per arrivarci. Vero è infatti che anche il mese di giugno è passato, arrivandoci solo alla fine (2° semestre 2018) su questo pieno volume, da tempo indicato come quota salva azienda (in teoria nel 2017) e altrettanto vero è che per risanare sono gradualmente stati messi da parte alcuni dipendenti. Già, alcuni, tra i quali ci si lamenta per i ritmi davvero esagerati; altri poi segnalano la tenda operativa che contrasta vistosamente con la factory ipertecnologica, ma serve a coprire le esigenze di questo alto volume.
Le malelingue poi, contano i minuti di ritardo, per dire che forse nemmeno ora siamo esattamente a quota 5000 in sette giorni lavorativi. Certo è che Tesla stimola sempre opinioni discordi, altri modelli noti della gamma elettrica premium americana ne avrebbero fatto le spese, a livello numerico (non secondo Musk) e la sostenibilità di questi ritmi pare non garantita quando si ragioni cautamente sull'investire soldi in Tesla. Staremo a vedere, se le Model 3 si vedranno davvero sempre più spesso in strada e i bilanci Tesla diverranno meno estremi. Intanto negli USA in sede applaudono e fanno bene.