Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Tra i circa 100 stand e punti d’interesse disposti a pochi metri da una riva del Po, nel Parco del Valentino a Torino, si è concluso questo weekend il salone dell'auto 2019, o meglio il Motor Show come si chiama quest'anno. Ecco un breve elenco di spunti esterni al puro contenuto ufficiale e delle cronache, già fornite. Quelli che potremmo definire anche pillole di Parco. Quel Parco che a tutti gli effetti è rimasto oggi il nostro salone tricolore dell'auto: open, in tutti i sensi. Perché le vetture sono all’aperto e ci si accede senza dover pagare. Perché non espone solo novità o concept di futura gamma per grandi Case, ma ospita anche chicche dal passato, raduni di auto normalissime e un po’ di tutto. Affiancando costruttori e carrozzieri artigianali.
Il marchio più ammirato? Pagani senza dubbio. Con quella cinquina di Zonda messe davanti al Castello a calamitare sguardi. La meno “pagghiana” nello stile era la F, dedicata al campione argentino Fangio.
La cosa più apprezzata del Motor Show torinese? Il fatto che sia sempre gratuito e comodo, arrivando in treno o metropolitana.
La cosa meno apprezzata del Motor Show Torinese? Il fatto che sia all'aperto a fine giugno. A rimanerci tante ore o lavorandoci giornate intere, si rischia di soffrire molto il caldo o certe volte prendere l'acqua.
Lo stand più simpatico? A quello di Automoto.it certamente si incontrano personaggi e staff simpatici, se poi anche a voi piace il connubio di giallo e nero…
L'auto più interessante? De-gustibus, erano davvero molte e meritevoli, incluse le nuove elettrificate. I visitatori paiono orientati non verso quello che la media degli automobilisti italiani può permettersi, perché al Salone del Valentino la gente soprattutto nel weekend, ci viene per sognare. Supercar, on-off, ma anche vecchie glorie della categoria Classic: su tutte la Lamborghini Miura e la Ferrari 250 GT (Drogo).
Commenti da bar uditi? Tantissimi, complice anche il caldo. Come quello di chi, guardando la DaVinci Italdesign con una sola portiera aperta, era convinto che si entrasse solo dalla parte del passeggero. Facendo più fatica di Bo e Luke quando devono guidare il Generale Lee.
Giornalisti presenti per lavorare in sala stampa nella giornata di domenica? Uno.
Lo stand con l'auto Racing più pura? Quello di Automoto.it, con la Alfa Romeo 4C Furore, da salita. Un vestito Alfa Romeo per una struttura di carbonio che ospita il motore aspirato 8 cilindri a V da 525 cavalli e quegli scarichi a quadrifoglio.
Lo stand con più fila? Tra alcuni pari merito, per i gadget, meritevole di farla quello dell'esercito, che faceva toccare con mano i propri mezzi. Un carro armato non lo si vede tutti i giorni.
L'auto elettrica più “vicina” per l’utenza media? Il prototipo Fiat Centoventi. Siamo a Torino, ci mancherebbe. Anche se certe cinesi XEV che costano in teoria poco e oltre che Concept sono già modelli pronti ad arrivare sul mercato, per qualcuno hanno il loro perché, in barba al nazionalismo.
Lo stand più utile? Quello di Automoto.it perché ci si giocava su due postazioni di simulatore e gratis, contrariamente ad altri. Tanta partecipazione con circa 1200 esperienze in totale e poi volendo, sempre gratis, ci si faceva anche il servizio barba e capelli.
Il prototipo racing più stimolante? Quello del Politecnico di Torino, certamente tra i più coinvolgenti per il Motorsport, pensando di salirci per farci qualche bella garetta, a basso costo. Un po’ stile F.Junior Monza, ma al posto del quattro cilindri Fiat quattro motorini elettrici, alle ruote.
Il giorno meno ricco di contenuti pregiati e VIP? Purtroppo anche quello più caldo e affollato di gente, che ha tempo libero nel fine settimana: domenica. Ci sono però i molti raduni con le vere protagoniste, che sono le automobili degli amatori iscritti ai club.