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Mentre noi, che ci occupiamo nello specifico dell’auto per passione, parliamo di dettagli tecnici (es. “buon” diesel Euro6.2 Vs ibride “leggermente scrocche”) scientifici (es. CO2 allo scarico Vs. salute del pianeta) e possibili metodi per ottimizzare le regole e le tasse in un mercato certo non facile, quello automobilistico attuale… Da Roma alcune voci mettono altro pepe, nel calderone delle nuove imposte sulle quattro ruote in Itala. L’ultima è di quella che va dritta a pungere un’ala del governo: qualcuno molto vicino agli ambienti di palazzo Chigi, viene legato da interessi persino con la Tesla di Elon Musk. Sì, quell’azienda finanziariamente instabile, le cui auto in strada si contano sulle dita di una mano, da noi poveri italiani, ma che è da record. Molti la citano esageratamente, pensando che mentre un poveretto che voglia una nuova Panda 1.2 deve sempre lottare per un piccolo sconto, magari da super rottamazione Fiat, che compensi la possibile ecotassa, l’abbiente radical chic si risparmierebbe invece 6000 euro, con i nuovi incentivi auto 2019.
Di certo mai come in questo governo si contano amanti veri delle auto green, elettriche e mai come in questo momento la nostra vecchia industria dell’auto nazionale (la cara galassia Fiat ora divenuta FCA) è stata di poco peso politico. Non sappiamo se sono gli stessi che ai tempi d’oro accusavano i poteri statali romani di appoggiare piani industriali torinesi, gli stessi piani che incredibilmente, ora, la dirigenza internazionale si trova a dover rivedere, proprio per “colpa” del nuovo provvedimento di Roma, almeno per come ipotizzato. Fatto sta che i maliziosi di certi quartieri, hanno cominciato a sfornare news da possibile Teslagate nostrano: un sottosegretario allo Sviluppo economico, quindi persona che mette la firma a favore di certi provvedimenti inerenti l’auto (emendamento alla Finanziaria) aveva, pur se formalmente ora è svincolato, un’azienda che fa business nell’energia elettrica, in affari proprio con Tesla. Non suona certo bene ai rappresentanti delle Unioni auto, quelli che giustamente argomentano la bontà di certi diesel Euro6D rispetto alla media del parco auto nazionale, piuttosto che la reversibilità della rete gas, trovarsi seduti a negoziare di fronte a chi si è interessato fino a ieri far migliorare le batterie di auto elettriche, magari premium come la nuova Tesla Model 3 in arrivo.
Staremo a vedere come sarà rivista, in questi giorni a ridosso del Natale, la tassazione per l’auto in Italia dal 2019. Intanto il mercato non va certo a gonfie vele, contando i numeri delle immatricolazioni (ma non solo da noi) e state certi che, chiacchiere velenose e finte lotte tra partiti a parte, i poteri forti agiranno dietro le quinte, all’ombra del polverone popolarmente alzato, in modo che se certi pesi diretti saranno diminuiti al cittadino automobilista, qualche bell’aiutino arriverà, dove serve, in voce dell’ecologia, spingendo infrastrutture utili magari non solo per l’auto. Speriamo solo che se non tutta almeno buona parte dell’attività economica crescente in seguito a nuove norme emesse, graviti sull’Italia e non ricada invece altrove: perché continueremmo altrimenti a piangere il passato tricolore, anziché rinvigorirlo.