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Il cobalto è un metallo “di transizione” essenziale per la costruzione delle batterie, di cui costituisce il catodo.
E’ utilizzato anche nella costruzione delle turbine dei motori d’aereo e in tante altri applicazioni industriali, ma da quando è aumentata la diffusione di apparati elettronici portatili (per le batterie al litio di computer e smartphone in primo luogo) la sua estrazione è aumentata. E ancora di più lo sarà in futuro vista la diffusione prevista in crescita delle automobili elettriche. Tanto che nel prossimo decennio si prevede un aumento della domanda di cobalto del 7-10%.
Quasi due terzi del cobalto estratto nel mondo (il 64%) arriva da miniere site nella Repubblica Democratica del Congo. Miniere nelle quali non manca lo sfruttamento di lavorato minorile.
Lavoratori anche molto piccoli come emerge da una causa legale intentata a Washington DC contro le industria dell’hi-tech Apple, Dell, Google, Microsoft e Tesla da parte dei familiari di 14 bambini, alcuni di appena sei anni, che sono morti o sono rimasti mutilati durante incidenti nelle miniere estrattive del Congo.
La notizia è stata pubblicata da The Guardian: la causa sostiene che Apple, Google, Dell, Microsoft e Tesla hanno aiutato e favorito le compagnie minerarie, che a loro volta hanno tratto profitto dal lavoro dei bambini costretti a lavorare in condizioni pericolose; condizioni che hanno portato alla morte e gravi lesioni.
È la prima volta che una di queste società si trova ad affrontare una sfida legale di questo tipo.
Le famiglie chiedono un risarcimento per il lavoro forzato, per l'arricchimento ingiusto delle società, la supervisione negligente e per danni emotivi inflitti intenzionalmente.
Nei documenti del tribunale ci sono poi altri querelanti che affermano di aver lavorato in miniere di proprietà della Zhejiang Huayou Cobalt. Una importante società estrattiva cinese accusata di fornire Apple, Dell e Microsoft senza rispettare le regole.
La denuncia indica la paga giornaliera di 2 dollari per chi lavora nelle condizioni di scavo, che sono le più pericolose viste le tecniche usate.
Fra le accuse centrali della causa c’è il fatto che le citate industrie hi-tech erano a conoscenza del lavoro minorile svolto in condizioni pericolose.
Un rappresentante della società mineraria britannica Glencore, chiamata in causa, ha dichiarato come la produzione di cobalto nella Repubblica Democratica del Congo sia un sottoprodotto del rame (l’altro minerale utilizzato è quello di nikel) e che in quel paese non è acquistato né lavorato alcun minerale estratto artigianalmente. Che la Glencore non tollera alcuna forma di lavoro minorile, forzato od obbligatorio, e che invece sostiene e rispetta i diritti umani. Nonostante ciò è noto come la società sia stata accusata nel 2012 proprio di sfruttamento di lavoro minorile.
L’azienda di Cupertino, in una nota diffusa, afferma che la Apple è impegnata nell'approvvigionamento responsabile dei materiali utilizzati nei propri prodotti.
“Nel 2014 siamo stati i primi a mappare la catena di approvvigionamento di cobalto fino alla miniera. Dal 2016 abbiamo pubblicato ogni anno un elenco completo dei nostri raffinatori di cobalto identificati: il 100% partecipa ad audit indipendenti da parte di terzi. Se una raffineria non è in grado o non vuole soddisfare i nostri standard sarà eliminata dai nostri fornitori. Nel 2019 abbiamo rimosso sei raffinerie di cobalto".
Tuttavia Siddharth Kara, un ricercatore sulla moderna schiavitù consultato come testimone esperto nel caso, ha affermato “...non ho mai trovato uno scompenso così grande nella ripartizione del reddito tra la parte superiore della catena di approvvigionamento e la sua parte inferiore. È un tale scollamento che rende probabilmente questa come la peggiore ingiustizia della schiavitù e dello sfruttamento dei bambini mai visto in due decenni di ricerca".
“Dell Technologies – è scritto in una nota della società - è impegnata nella fornitura responsabile di minerali, che include il rispetto dei diritti umani dei lavoratori a qualsiasi livello della nostra catena di approvvigionamento e il loro trattamento con dignità e rispetto. Ogni fornitore segnalato per cattiva condotta viene indagato e, se rilevata, viene cancellato dalla nostra catena di fornitura”.
Un anno e mezzo fa Elon Musk aveva twittato che le batterie della Tesla Model 3 utilizzano meno del 3% di cobalto e che le batterie della prossima generazione non avranno più il materiale che alcuni definiscono come "il diamante insanguinato delle batterie". Scienziati e startup stanno effettivamente lavorando allo sviluppo di una batteria priva di cobalto. Ma la strada per arrivarci è ancora lunga.