Volkswagen ID.4, l'elettrica da 40k € dietro ha i freni a tamburo. Ma c'è un motivo

Volkswagen ID.4, l'elettrica da 40k € dietro ha i freni a tamburo. Ma c'è un motivo
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L'elettrica Volkswagen ID.4 monta freni a tamburo al posteriore. Ma c'è un motivo dietro alla scelta di una soluzione costruttiva così semplice
25 settembre 2020

Il primo ad averlo notato è stato un giornalista polacco. Gary Gastelu, osservando con attenzione le immagini tecniche della nuova VW ID.4, si è accorto che al retrotreno la crossover elettrica tedesca monta dei semplici freni a tamburo. Non credendo ai propri occhi ha postato l'immagine su Twitter, chiedendosi come fosse possibile che un'auto così tecnologica proponesse una soluzione costruttiva così semplice e, in parte, obsoleta. A onor del vero occorre precisare che questa soluzione non è del tutto scomparsa nel mondo delle quattro ruote. Alcune auto, come la nuova Renault Captur, per esempio, usano ancora oggi un sistema frenante "a ceppi" per le ruote posteriori. Stona, però, il fatto di ritrovarseli su una primizia tecnologica come la ID.4, che peraltro verrà proposta a prezzi tutt'altro che accessibili. Se per l'allestimento super ricco e completo 1st, disponibile al lancio, serviranno poco meno di 50.000 euro, è lecito aspettarsi che il costo di un esemplare in versione "normale" difficilmente possa scendere sotto la soglia dei 40.000 euro.

Eppure quella che potrebbe sembrare una scelta tecnica a dir poco controversa ha una spiegazione ben precisa. Come riporta "The Drive", infatti, gli ingegneri tedeschi hanno optato per i freni a tamburo posteriori per una serie di motivi molto concreti. Prima di tutto la crossover viene costruita sulla nuova piattaforma MEB, la stessa della più piccola ID.3. Questo significa che il motore elettrico, almeno quello principale, è posteriore. Quindi il retrotreno sviluppa già di per sé una consistente potenza frenante durante le fasi di rilascio e decelerazione, in cui avviene la rigenerazione di energia tipica di tutti i powertrain ibridi/elettrici. La capacità di decelerazione propria di un'auto a batterie con un'architettura di questo tipo ha permesso di farsi "bastare" i semplici tamburi al posto dei dischi, notoriamente più performanti in termini di prestazioni frenanti.

Ma i tamburi portano con sé anche un altro vantaggio. Perché non solo costano meno, rispetto a un impianto con dischi e pastiglie, ma necessitano anche di molta meno manutenzione. Dettagli fondamentali su un'auto come la ID.4, un'elettrica che per via del grande pacco batterie, deve fare i conti con un prezzo di produzione e quindi di vendita molto importante. I progettisti hanno privilegiato quindi una soluzione che, almeno da un punto di vista, permettesse di contenere al massimo i costi, in modo da proporre il prezzo più vantaggioso possibile per il cliente finale.

Messa in questi termini la questione appare sicuramente più comprensibile. Resta soltanto un dubbio. La BMW i3, un'elettrica con lo stesso layout a motore posteriore e un prezzo finale analogo alla ID4, ma sicuramente meno avanzata di questa VW da un punto di vista tecnologico, dietro montava freni a disco. Possibile che a Wolfsburg non siano riusciti a trovare la quadra per adottare la stessa soluzione, meno controversa anche da un punto di vista di immagine?

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